Sembra una scena “apocalittica”: sangue che scorre per chilometri lungo un canale e che sfocia in cascata nei Regi Lagni, fino ad arrivare nelle acque del litorale domizio. Questo scempio, che documentiamo nelle immagini realizzate nella prima mattinata di martedì 17 agosto, si verifica nelle tanto verdi quanto inquinate campagne dell’agro aversano. In località “Casaferro” di Frignano, puntualmente, in due specifici giorni della settimana, il martedì e il sabato mattina, l’alveo “Annarosa”, canale in cui confluiscono gli scarichi fognari della zona, si colora di rosso. – continua sotto –
E’ sangue animale, probabilmente proveniente da mattatoi o aziende del settore macellazione che sversano direttamente nella rete fognaria. Rete collegata agli alvei “Annarosa” e “Incoronata” che, dopo aver attraversato le campagne nei pressi della superstrada Nola-Villa Literno, scaricano le loro acque nei Regi Lagni. Una situazione che dura da circa due anni: in questo lasso di tempo, dunque, fiumi di sangue animale sono finiti dove dovrebbe affluire esclusivamente acqua piovana, inquinando ulteriormente il mare dell’area di Castel Volturno e dei territori limitrofi. – continua sotto –
Ma il problema non riguarda solo chi sversa in barba alle normative di smaltimento dei rifiuti speciali: gli alvei, qualche chilometro prima di confluire nei Regi Lagni, dovrebbero far confluire gli scarichi fognari in un canale trasversale che devia i liquami al depuratore di Villa Literno. All’incrocio tra i due canali vi è una “valvola”, o meglio un rialzo di cemento che, in caso di grande afflusso di acqua piovana, consente di “scavalcare” il canale del depuratore e portare l’acqua in eccesso nel tratto di alveo che sfocia nei lagni. In pratica, il secondo tratto di alveo dovrebbe bagnarsi solo in occasione di forti piogge, e con acqua pulita, invece funziona come un “torrente”. – continua sotto –
E’ evidente, quindi, che il canale del depuratore si è chiuso, o è stato chiuso di proposito. In quest’ultimo caso, ci sarebbe il chiaro interesse a far defluire i liquami in un modo sicuramente meno esposto a controlli. I liquami, come è ben risaputo, non sono comunque l’unica fonte di inquinamento dell’agro aversano. In quelle campagne, dal terreno fertilissimo ma da troppo tempo pregiudicato, c’è di tutto: fusti tossici, scarti dell’edilizia, amianto e macchine bruciate, una delle quali, non a caso, fa da “ornamento” alla “cascata di sangue” sull’argine dei lagni. IN ALTO IL VIDEO, SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA