ROMA. Un bimbo di 3 anni, Mario, è morto carbonizzato nel suo lettino e il fratellino di tre mesi è ricoverato al Gemelli con ustioni sul 40% del corpo.
E’ stata una notte di tragedia in un campo nomadi abusivo alla periferia di Roma, in zona Magliana, in via Ruggero Ercole Morselli. All’1.30, forse a causa di una candela, un violento incendio è divampato nell’accampamento non autorizzato che si trova in via Morselli. Le fiamme hanno distrutto in meno di mezzora quattro delle circa quaranta baracche dell’insediamento. I vigili del fuoco sono arrivati verso l’una e trenta con quattro mezzi: quando hanno concluso le operazioni di spegnimento, hanno trovato, in una delle baracche, il corpo senza vita di uno dei due bambini. Delle indagini si occupano i carabinieri del Nucleo investigativo e della stazione Torrino nord. Il sindaco Gianni Alemanno ha parlato di “grave lutto per la città”. La procura ha aperto un fascicolo per incendio colposo e omicidio colposo.
SOCCORSI. II figlio più piccolo della coppia, nato a Roma il 24 maggio scorso, è stato invece trasportato prima al San Camillo e poi trasferito al reparto di terapia intensiva del Gemelli. Le sue condizioni sono ancora critiche. Il bambino, spiega il bollettino sanitario dellospedale è giunto questa notte intorno alle ore 4 presso lUnità operativa di Terapia Intensiva pediatrica: presenta ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 40% della superficie del corpo che hanno determinato la necessità di ventilazione meccanica. I genitori sono stati accompagnati al pronto soccorso del Sant’Eugenio e dimessi poco dopo con 25 giorni di prognosi per ustioni di secondo grado. Luomo si è dichiarato di nazionalità straniera; il bimbo morto sarebbe il figlio maggiore della coppia. I genitori di Mario, di 23 e 21 anni, si erano trasferiti nell’insediamento romano da circa un mese e venivano da Brescia. Gli abitanti del campo hanno riferito che il padre dei due bambini si guadagna da vivere raccattando e vendendo ferro.
GENITORI IRREPERIBILI. Al momento i genitori sono irreperibili. “Stiamo cercando di rintracciare i genitori del bimbo moto nel rogo di questa notte. Erano stati medicati al Sant’Eugenio, con loro c’è anche un familiare che fa parte del nostro coordinamento”. A parlare è il delegato ai Rom del Comune di Roma Najo Adzovic in merito ai genitori dei bimbi rimasti coinvolti. Per loro, dopo la visita in ospedale, la prognosi era stata di 25 giorni. Al momento, non si hanno notizie certe di dove si trovino.
INCHIESTA PER OMICIDIO COLPOSO. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per incendio colposo e omicidio colposo in relazione al rogo. Il procuratore Giovanni Ferrara e il pm di turno, Maria Caterina Sgrò, stanno procedendo contro ignoti. Il medico legale deciderà nelle prossime ore se fare l’autopsia o se è sufficiente l’esame esterno del cadavere per individuare le cause della morte. I magistrati nomineranno anche un esperto in ingegneria chimica per capire che cosa abbia provocato l’incendio. L’incendio è divampato all’1.30 e gli otto abitanti delle quattro baracche, distrutte in venti minuti dalle fiamme molto alte, probabilmente causate dalla fiamma di una candela, hanno tentato invano di spegnere il fuoco gettando secchiate d’acqua, dopo aver dato l’allarme a carabinieri e vigili del fuoco.
ALEMANNO.Il sindaco Alemanno è intervenuto sulla tragedia: “La morte atroce di un bambino romeno di tre anni è un grave lutto che colpisce la nostra città. Sono i terribili rischi e i drammi che si vivono negli accampamenti abusivi che da troppi anni esistono a Roma”. Alemanno ha confermato l’intenzioen del Campidoglio di arrivare allo sgombero di tutti gli insediamenti abusivi.
L’INSEDIAMENTO. L’insediamento abusivo di via Morselli è a poca distanza dal campo nomadi della Muratella, a circa un paio di chilometri. In via Morselli vivono circa ottanta romeni in una quarantina di baracche di fortuna. Non ci sono né acqua, né energia elettrica, né servizi. Il Campidoglio,è intervenuto con una nota in cui si legge: “Il campo di via Ercole Morselli è completamente abusivo e abitato da romeni. L’VIII gruppo della Polizia Municipale e personale della Sala Operativa sociale del V dipartimento del Comune di Roma hanno provveduto a fare un censimento delle persone che vivono nell’accampamento formato da circa 30 baracche: in totale 63 persone, di cui 15 minori. Alcuni degli abitanti sono risultati privi di documenti di riconoscimento, mentre per uno di loro era già stato predisposto un decreto di espulsione. Un anno fa lo stesso campo, che sorge su un terreno di proprietà privata, dove il proprietario non ha messo in atto le misure di difesa passiva del territorio tali da evitare insediamenti abusivi né denunciato l’insediamento dell’accampamento stesso, era già stato bonificato dai vigili del Nae. Tutti gli abitanti saranno accolti in un centro di accoglienza del Comune. Il gruppo rimarrà quindi unito e verrà rispettata la composizione dei nuclei familiare”.
BARACCHE DEMOLITE. In tarda mattinata sono arrivate le ruspe e hanno demolito le baracche rimaste, mentre tutti i rom sono andati andati via dal campo nomadi abusivo. Alcuni hanno lasciato il campo da soli andando via con i propri bagagli, altri invece sono saliti su un autobus messo a disposizione dal comune, con laiuto di un ufficiale di collegamento dellAmbasciata romena che ha spiegato dove sarebbero stati portati, rassicurandoli sulla loro destinazione in strutture di accoglienza messe a disposizione dal Comune. Allarrivo dellautobus infatti cè stato un piccolo parapiglia fra le forze dellordine e i nomadi, i quali avevano capito che lautobus li rispedisse in Romania. Poi, dopo le varie spiegazioni, le persone hanno lasciato il campo. Successivamente sono arrivate alcune ruspe del Comune di Roma per la demolizione delle baracche del campo.
IL PRECEDENTE DEL NATALE 2008. Non è la prima volta, purtroppo, che a Roma un bambino di tre anni muore carbonizzato in una baracca di fortuna: il 26 dicembre del 2008 nella pineta di Castelfusano, a Ostia, sul litorale romano, morirono così Kristinel di 3 anni e la madre Dorina di 32, entrambi romeni. Il giorno di Santo Stefano Dorina, arrivata dalla Romania, dove viveva col figlio, era venuta nella capitale per trascorrere le feste di Natale con il marito, in Italia da diverso tempo. Accese un fuoco per cercare di scaldare quel ricovero fatto di legno e cartoni, ma in pochi minuti la baracca prese fuoco. Scampò alla tragedia il marito della donna che si era alzato molto presto per andare a lavorare. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno in quell’occasione parlò di una tragedia terribile e disse che contro “la piaga degli accampamenti abusivi dentro le aree urbane bisogna essere ancora più incisivi”.