ROMA. “I deputati siciliani dell’Udc? Se vogliono andare con Berlusconi facciano pure”. Il leader del partito, Pier Ferdinando Casini, si dice “indignato” ma tutto sommato pensa che in questo modo gli facciano solo un favore, anche perché i sondaggi danno comunque l’Udc ben piazzato.
Lo ha fatto capire nel corso de “L’intervista” di Maria Latella, su SkyTg24. Casini ha contestato le parole del Cavaliere, che dalla convention della Destra aveva detto di non essere impegnato in una campagna acquisti ma che molti moderati si stanno avvicinando spontaneamente a lui: “In Parlamento sappiamo tutti di offerte di posti e di sottosegretariati che circolano per cercare di attrarre qualcuno”. E lo ha sfidato apertamente: “Se ha davvero in mente rimpasti che non siano solo specchietti per le allodole, allora li faccia prima del 28 quando sarà in Parlamento per verificare la tenuta della maggioranza”. E a questo proposito si è detto pure contrario all’ipotesi di una mozione di sfiducia, avanzata da una parte del Pd: “Dico a Veltroni e Parisi che se vogliono che l’Udc voti una mozione, come minimo ne dobbiamo parlare prima e non leggerlo sui giornali. E poi mi sembra demenziale una mozione quando Berlusconi il 28 va in Parlamento e probabilmente ci sarà la fiducia”.
LA “COMPRAVENDITA”. Casini ha insistito molto sull’attività di “compravendita” dei parlamentari e ha detto che a suo giudizio questa potrà solo rivoltarglisi contro: “Questo atteggiamento serve solo a legittimare chi eventualmente dovesse arrivare dopo di lui: non si può parlare di ribaltoni se si è i primi a fare campagna acquisti di deputati”. E ancora: “Berlusconi mi chiama ripetutamente durante l’estate e poi va alla compravendita”. In ogni caso, secondo Casini, “Berlusconi non avrà i 316 voti, fallirà obiettivo che si è posto. Continuerà a governare solo perchè Fli ha assicurato lealtà al governo, quindi i numeri li avrà comunque. Ma questa campagna servirà solo a legittimare qualcun altro che, il giorno in cui Berlusconi si dovesse dimettere in questa legislatura, sarà legittimato a fare un governo dopo di lui”. Insomma, atteggiamenti tutt’altro che coerenti. Come non coerente sarebbe la richiesta di dimissioni di Lombardo, presidente della giunta regionale siciliana, qualora il governo dell’isola si ritrovasse ad avere una maggioranza differente da quella con cui è nato: “Lo dico io che ero contrario alla candidatura di Lombardo – ha sottolineato il leader centrista -. Ma così come Berlusconi invoca il diritto di portare a termine la legislatura in base al voto dei cittadini italiani, la stessa cosa deve essere riconosciuta a Lombardo che ha ottenuto il consenso degli elettori siciliani”. Ma proprio alcuni centristi siciliani sarebbero sul punto di passare organicamente nella maggioranza di governo: “Che chi, eletto con l’opposizione, si presenti con il cappello in mano, è una cosa che umilia il nostro elettorato” ha commentato Casini rispondendo alla domanda se si sia pentito di avere a suo tempo candidato Totò Cuffaro.
PUTIN E GHEDDAFI.Quanto alle preoccupazioni degli altri leader europei, riportate sempre da Berlusconi dal palco di Taormina, Casini ha spiegato che il vero problema è la politica estera del governo, “tutta sbilanciata su Putin e Gheddafi“. Per il leader centrista il governo sta trascurando i problemi reali del Paese: “Vada alla festa del Levante a parlare di sviluppo invece di trascorrere così tanto tempo con Putin, che non serve a un granché”.
“NON GUIDERO’ IL CENTROSINISTRA”.Infine, Casini ha detto che l’ipotesi che sia lui a guidare il centrosinistra alle prossime elezioni semplicemente non esiste: “Io sto facendo unaltra gara, sto dimostrando in Italia che il bipolarismo non regge. Il Pdl è allo sfascio, il Pd non se la passa molto meglio… E io dovrei arruolarmi con gli uni o con gli altri? No grazie, noi andiamo da soli finché questi partiti non cambiano politica”.
BERLUSCONI: “CONTINUEREMO FINO A 2013”.Berlusconi, nel frattempo, ostenta tranquillità. In collegamento telefonico con la festa di “Noi Sud” (il partito di Enzo Scotti)ha detto che “in Parlamento è tutto sotto controllo” e ribadito che la maggioranza durerà fino al 2013, scadenza naturale della legislatura. In una seconda telefonata, questa volta alla festa del Pdl veneto, ha poi rinnovato l’appello alla compattezza della maggioranze e ad un suo eventuale allargamento a parlamentari responsabili, pur se eletti in altre formazioni politiche: “Tra pochi giorni saremo in Parlamento per presentare i cinque ormai famosi punti: un grande patto di legislatura che tutti i parlamentari della maggioranza saranno chiamati a sottoscrivere e lo devono fare tutti». «Rivolgeremo l’invito anche alle forze più responsabili dell’opposizione – ha aggiunto – affinché possano valutare il nostro programma di riforme e mettano da parte i loro pregiudizi”. E ancora: “Chi, dovunque collocato, vorrà continuare a lavorare con i giochi di palazzo, con le vecchie tecniche della Prima repubblica, sognando di riuscire ad avere un governo diverso, e in questo caso privo di legittimità democratica, sarà destinato a fallire e a farsi del male da solo, perché poi gli italiani capiscono tutto”.
L’intervista |
integrale |
>