Donna uccisa a Napoli, due arresti. Indagati fratello e moglie dello stupratore

di Redazione

da sin. Amendola e AvolioNAPOLI. Uccisa perché aveva denunciatolo stupratore della figlia.Svolta nelle indagini sull’omicidio di Teresa Buonocore, la donna di 51 anni uccisa a Napoli.

L’omicidio sarebbe una ritorsione per la testimonianza nel processo fatta dalla Buonocore contro Enrico Perillo, geometra di casa della famiglia Buonocore epresunto stupratore della figlia di 8 anni,denunciato dalla donna nel 2008 e lo scorso 9 giugno condannato in primo grado a 15 anni di reclusione, pena che sta attualmente scontando a Modena.

La polizia haarrestato un 26enne di Portici, Alberto Amendola, tatuatore di professione, ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’agguato, e il 21enne Giuseppe Avolio, considerato complice di Amendola, Indagati Patrizia Nicolino, la moglie di Enrico Perillo – l’uomo condannato a 15 anni di carcere perché accusato di aver abusato di una delle figlie della Buonocore – e il fratello di quest’ultimo Lorenzo Perillo, sospettati di essere i mandanti dell’esecuzione.

In un primo momento si era ipotizzata la pista dell’agguato di camorra, subito passata in secondo piano, tanto che il fascicolo era passato dalla Dda alla sezione Criminalità comune della Procura, nelle mani del procuratore aggiunto Giovanni Melillo.

 Teresa BonocoreGli investigatori sono giunti agli indagati dopo la finta denuncia del ciclomotore che sarebbe stato utilizzato nel raid punitivo e trovato poco distante dall’auto su cui la donna viaggiava. Denuncia presentata dal fratello diAlberto Amendola,al commissariato di San Giovanni a Teduccio. Amendola e Giuseppe Avolio, altro giovane che era con lui, sono stati sottoposti allo Stube.I due sono amici della famiglia Perillo, della moglie e del fratello dell’uomo condannato. Amendola, tra l’altro, fu teste nel processo a favore di Perillo

Patrizia Nicolino, medico radiologo, lavora all’ospedale Maresca di Torre del Greco ed è titolare di uno studio diagnostico a Portici. Il cognato Lorenzo Perillo lo scorso anno si è candidato alle comunali di sempre a Portici nelle file del Pdl. I due sono stati interrogati a lungoin questura.

In un’area di pertinenza dei Perillo, in via Madonnelle a Portici, sono stati ieri trovate altre armi: 5 pistole di vario calibro, 2 pistole mitragliatrici, 2.632 cartucce di vario calibro, di cui numerose a palla blindata, perforanti ed a pallettoni, 2 giubbotti antiproiettili, 18 caricatori, 6 valigette per armi, 3 fondine. Un vero arsenale che fa ricordare come, già in passato, Enrico Perillo sia stato arrestato e condannato anche per armi (pena patteggiata a un anno e mezzo).

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