POTENZA. Non è bastata l’autopsia e i rilievi scientifici per risolvere il caso Claps e dare un volto all’assassino della ragazza sedicenne scomparsa il 12 settembre del 1993, davanti alla chiesa della Trinità (dove il cadavere della giovane è stato ritrovato lo scorso 17 marzo).
È scontro infatti tra periti sugli esami genetici disposti nell’inchiesta sull’omicidio della studentessa Elisa Claps: secondo quanto apprende l’Ansa, alla perizia affidato dal gip al professor Vincenzo Pascali, il quale ha escluso la presenza del Dna dell’unico indagato – Danilo Restivo, 38 anni – tra i reperti sequestrati nel sottotetto della Chiesa della Trinità, ha formulato “censure varie, in taluni casi anche gravi”, il consulente del pm, Patrizia Stefanoni, in servizio alla polizia scientifica di Roma. Alla luce di tali rilievi, i pm di Salerno Rosa Volpe e Luigi D’Alessio hanno chiesto al gip di disporre, con un secondo incidente probatorio, una nuova consulenza che sia svolta “secondo le più avanzate metodologie e tecnologie della scienza genetico-forense”.
L’accertamento peritale svolto dal professor Pascali – scrivono i pm nella richiesta inviata al gip – “deve ritenersi incompleto e insufficiente”. Il dato “che sorprende di tale perizia” è “la mancata estrazione da taluni reperti e campionature del profilo genetico utile a fini identificativi” per la scarsa quantità di Dna rilevata. Inoltre, viene sottolineato “l’elevato numero di reperti non ritenuti utili a fini del campionamento di presunte tracce biologiche e, pertanto, esclusi da ogni accertamento”.
Su queste osservazioni del professor Pascali, ha espresso “forti riserve” il consulente del pm Patrizia Stefanoni, per via – scrivono i magistrati – della “metodica (oramai superata) utilizzata dal perito”. In definitiva”a parere del consulente Stefanoni, il perito Pascali nell’esaminare alcuni reperti, pervenendo a giudizio negativo circa la possibilità di estrapolare profili genetici utili a fini identificativi, ha utilizzato kit poco sensibili e ampiamente superati dalle nuove tecnologie e, pertanto, i risultati analitici ottenuti e riferiti in perizia sono stati limitati da questa scelta tecnica”. Altri reperti (alcuni dei quali sequestrati a Restivo) “non risultano esaminati dal perito “per ragioni di economia analitica”; è evidente – scrivono i periti che trattasi di scelta arbitraria in ordine alla quale è superfluo ogni commento”.
Una seconda richiesta dei pm al gip si riferisce alla necessità di affiancare un entomologo (esperto nello studio di insetti) alla professoressa Cristina Cattaneo che sta tuttora svolgendo indagini tricologiche sui capelli di Elisa Claps, alcuni dei quali – secondo l’accusa – recisi di netto dall’assassino nelle fasi immediatamente successive all’aggressione mortale. Questo spiegano i pm – “al fine di meglio differenziare le lesioni dovute a strumento tagliente da quelle potenzialmente attribuibili ad insetti”. Nell’ultima parte della loro richiesta, i pubblici ministeri hanno chiesto di prorogare i termini per le indagini preliminari “per tutto il tempo che verrà richiesto” dai periti per lo svolgimento dei nuovi accertamenti.