Reggio Calabria, minacce a Pignatone: 250 perquisizioni

di Redazione

Giuseppe PignatoneREGGIO CALABRIA. 250 perquisizioni in tutta la provincia di Reggio Calabria dopo il ritrovamento diun bazooka davanti al Tribunale, seguito da una telefonata anonima di minacce contro il procuratore Giuseppe Pignatone.

L’arma da guerra, che però, in quanto già utilizzata, aveva perso la potenzialità offensiva,è stata trovata dalla polizianella zona di San Giorgio.

NEL MIRINO LE PRINCIPALI ‘NDRINE. L’operazione delle forze dell’ordine punta ai capi dei principali casati di ‘ndrangheta ed è finalizzata alla ricerca di armi ed esplosivi. Le famiglie colpite sono i Tegano, i De Stefano, i Serraino, i Condello, i Fontana, i Polimenti, i Labate ed i Libri nel capoluogo. In provincia risultano destinatari dei provvedimenti esponenti dei clan Piromalli, Bellocco, Gallico, Facchineri, Fazzalari, Crea, Zito e Bartuca sul versante tirrenico, oltre ai Commisso, Cordì, Cataldo, Strangio, Vottari, Romeo e Altomonte sul versante ionico.

IPOTESI INVIO MILITARI.Nel corso della riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in programma giovedì mattina a Reggio Calabria potrebbe esserevalutato l’invio di militari.

PIGNATONE: “DIAMO FASTIDIO, QUINDI SIAMO SULLA STRADA GIUSTA”.“C’è una situazione di estrema tensione dall’inizio dell’anno. Evidentemente il nostro lavoro dà fastidio, è la prova che stiamo sulla strada giusta. Noi continueremo a fare il nostro lavoro”. Così il procuratore Pignatone ha commentato al Tg1 il ritrovamento del bazooka. “La ‘ndrangheta tutti diciamo che è l’organizzazione criminale più pericolosa al mondo. Ci devono essere risorse adeguate per fronteggiarla: credo che lo Stato continuerà a rispondere come la situazione richiede – ha concluso Pignatone – con provvedimenti opportuni”.

FIACCOLATA. Martedì seracircacinquecento persone hanno preso parte alla fiaccolata di solidarietà nei confronti del procuratore. Il corteo, organizzato dal movimento “Reggio non tace”, partito da piazza De Nava attraverso il corso Garibaldi, si è concluso davanti al duomo. Alla manifestazione, oltre a semplici cittadini, hanno preso parte esponenti del mondo politico e della società civile.

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