I talebani rivendicano l’agguato ai 4 alpini: Li abbiamo uccisi noi

di Redazione

i quattro alpini mortiKABUL. I talebani hanno rivendicato l’attacco contro il convoglio logistico a Gulistan, nella provincia afghana di Farah, in cui sabato sono morti quattro alpini italiani.

Sul loro sito internet ufficiale e poi all’agenzia di stampa Aip, i miliziani, per bocca del portavoce Qari Muhammad Yousaf, hanno dichiarato che nell’attacco “dieci veicoli del convoglio sono stati distrutti con la morte di tutti i soldati che si trovavano a bordo”. Nello stesso messaggio, in cui non viene citata la nazionalità delle vittime, gli insorti spiegano che nella zona sono avvenuti altri due attacchi contro convogli della Nato, venerdì sera e nel pomeriggio di sabato.

Intanto, a Herat è stata allestita la camera ardente per rendere omaggio ai quattro militari italiani: il primo caporalmaggiore Sebastiano Ville, 27 anni, originario di Lentini, in provincia di Siracusa; il primo caporalmaggiore Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero (Sassari); il caporalmaggiore Marco Pedone, 23 anni di Gagliano del Capo (Lecce); e il primo caporalmaggiore Francesco Vannozzi nato a Pisa nel 1984.

Le salme sono state composte nella sala Folgore del Regional Command West, quartier generale dei nostri militari. Le esequie si svolgono alle 13 locali (le 11 in Italia) con l’apertura della camera ardente, seguita alle 16 dalla messa funebre celebrata dal cappellano militare di Camp Arena, sede del comando del contingente italiano. Alle 17 la camera ardente sarà riaperta; poi, alle 18.15, i feretri saranno trasferiti all’aeroporto per la benedizione e gli onori militari, prima di lasciare l’Afghanistan nelle ore successive. L’arrivo in Italia delle salme è previsto per lunedì mattina, alle 9 circa, all’aeroporto militare di Ciampino. Le esequie in forma solenne dovrebbe svolgersi martedì a Roma.

Il caporal maggiore scelto Luca Cornacchia, rimasto ferito nell’attacco, è ancora ricoverato nell’ospedale militare da campo di Delaram e resta sotto osservazione. Nell’esplosione che ha distrutto il Lince su cui viaggiava, Cornacchia ha riportato ferite e traumi di vario tipo soprattutto alle gambe: le sue condizioni sono stazionarie e, quanto prima, dovrebbe essere rimpatriato, dopo un eventualmente temporaneo trasferimento in un ospedale più attrezzato. Il militare sabato ha telefonato alla moglie per tranquillizzarla.

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