ROMA. Via libera della commissione Affari costituzionali alla “retroattività” del lodo Alfano. L’emendamento del relatore Carlo Vizzini è stato approvato con 15 voti a favore e 7 contrari.
La norma prevede che “i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l’assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare”. Hanno votato a favore del provvedimento i 13 senatori di Pdl e Lega più il senatore finiano Maurizio Saia (il senatore dell’Mpa, contrariamente a quanto riferito in un primo momento, era invece assente). I lavori della commissione sul Lodo proseguiranno nel pomeriggio di mercoledì e giovedì. ”Porteremo presto il lodo Alfano in aula al Senato” afferma il capogruppo dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, conversando con i giornalisti. Alla domanda se l’aula del Senato voterà il ddl costituzionale contenente il lodo Alfano in prima lettura a novembre, Gasparri risponde: “Vedremo. Prima ci sarà da fare qualche seduta notturna in Commissione”.
Critica l’opposizione. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, parla di provvedimento “vergognoso”.”Viaggiamo ai limiti dell’assurdo – afferma il leader democratico. – È indecoroso e vergognoso pensare di procedere ad una assoluzione per via parlamentare. Faremo barriera con tutte le forze che abbiamo”. Bersani critica anche il via libera dei finiani: “Loro hanno sempre detto che avrebbero votato il Lodo Alfano”, ma io trovo che “anche una norma costituzionale fatta nel pieno di una vicenda che riguarda una persona resta una legge ad personam“, “Evidentemente – sottolinea poi Bersani – Fli non fa questa valutazione, a me sembra un elemento di incoerenza”. “Non ci stupisce, la norma era fatta per quello – dichiara il capogruppo Pd, Dario Franceschini. – È una vergogna, ora devono spiegare”. Dura anche la reazione dell’Italia dei Valori. “Così si prepara la strada dell’immunità per Berlusconi se andrà al Quirinale”, afferma il senatore Idv, Francesco ‘Pancho’ Pardi. Secondo il leader Idv, Antonio Di Pietro, “è stato smascherato anche il finto ritorno alla legalità di Fli che al primo passaggio vero ha appoggiato una norma che garantisce l’impunità al premier”. “Siamo alla caduta – afferma Di Pietro – della democrazia e dello stato di diritto. Facciamo un ultimo appello a Fini perché in Aula dica ai suoi parlamentari di non cedere al ricatto”. “Sulla norma che prevede la sospensione anche di quei processi cominciati prima del conferimento del mandato. – spiega dal canto suo il finiano Saia – Fli è assolutamente d’accordo. Lo abbiamo già detto una ventina di giorni fa, lo abbiamo confermato con il voto”. Giulia Bongiorno, Presidente Fli della Commissione Giustizia della Camera, dice di non condividere “le polemiche sulla retroattività del lodo Alfano”. “Ed infatti, la finalità del cosiddetto lodo Alfano costituzionale – spiega – è quella di salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni da parte delle alte cariche dello Stato che, ovviamente, potrebbe essere compromessa nel caso in cui non venissero sospesi processi per fatti antecedenti all’assunzione della carica”. “Un Pd senza argomenti e senza idee non è in grado di fare altro che appoggiarsi ciecamente sulle posizioni di Di Pietro – dichiara Enrico Costa, capogruppo del Pdl in commissione Giustizia alla Camera – sperando in una caduta del governo per via giudiziaria. Invece di provare a costruire un’alternativa politica, da sedici anni confidano nella magistratura per sovvertire il risultato elettorale. La loro posizione sul Lodo Alfano ne è la più limpida testimonianza”. La retroattività del lodo Alfano, commenta al contrario il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, è “una scelta sbagliata”. Ma l’Udc ha comunque deciso di astenersi. “Non metteremo veti” ha detto Casini.
QUIRINALE. La presidenza della Repubblica in serata ha emesso una nota sull’argomento: “A proposito della proposta di legge costituzionale sulla disciplina dei processi nei confronti delle alte cariche dello Stato in discussione alla I Commissione del Senato della Repubblica. Al Quirinale si ribadisce, come già affermato il 7 luglio scorso, che la Presidenza della Repubblica resta sempre rigorosamente estranea alla discussione, nell’una e nell’altra Camera, di qualunque proposta di legge e di sue singole norme, specialmente ove si tratti di proposte di natura costituzionale o di iniziativa parlamentare”.
LEGGE ELETTORALE. Rimane al palo, intanto, l’iter della legge elettorale. La Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ne ha parlato solo per pochi minuti e la discussione proseguirà la prossima settimana. Il relatore Lucio Malan ha chiesto al Pd di indicare quale sia la proposta sostenuta dal gruppo. “Il Pdl – ha detto Malan in Commissione – sostiene la proposta Quagliariello. Il Pd, fra le tante presentate, quale sostiene?”. Il Presidente della Commissione, Carlo Vizzini, ha aggiornato la discussione sulla legge elettorale “in attesa del ddl costituzionale annunciato dal senatore Ceccanti del Pd”.