Berlusconi ci ripensa: “Il Lodo Alfano è indispensabile”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. Giovedì aveva detto alla Frankfurter Allgemeine Zeitung di non averlo mai chiesto espressamente e venerdì aveva detto al Corriere della Sera che, viste le continue polemiche e l’accusa al Pdl di dare vita ad una nuova legge ad personam, era pronto chiedere alla sua maggioranza di ritirarlo.

Ma il Lodo Alfano per Silvio Berlusconi è in realtà qualcosa di “opportuno e assolutamente indispensabile”. Il presidente del Consiglio lo spiega a Bruno Vespa nel nuovo libro che il giornalista pubblicherà a novembre.

COMMISSIONE D’INCHIESTA. “Ritengo che una legge che sospenda i processi delle più alte cariche dello Stato mentre adempiono alle loro funzioni istituzionali sia opportuna ed anzi, vista la magistratura con cui abbiamo a che fare, assolutamente indispensabile”, aveva detto Berlusconi. Il colloquio con Vespa è avvenuto la scorsa settimana, prima dunque delle dichiarazioni sul possibile ritiro. Ma interpellato ieri dalle agenzie di stampa su eventuali nuove valutazioni, anche alla luce delle dichiarazioni di Fini sul Lodo, il presidente del Consiglio ha confermato la sua opinione. Non solo: “Proprio a causa di questi comportamenti dei magistrati politicizzati i nostri parlamentari sono in procinto di chiedere una Commissione parlamentare d’inchiesta. Penso che questa iniziativa sia largamente condivisa e debba far luce su una infinità di processi clamorosi, come quelli, tra i tanti, contro Calogero Mannino, contro il generale Ganzer e l’ex Capo della Polizia De Gennaro. È un’iniziativa a difesa dei cittadini, ma anche delle migliaia di giudici per bene che lavorano seriamente e che per colpa di pochi vedono diminuire la fiducia degli italiani anche nei loro confronti”.

“NON HO COMMESSO REATI”. Quanto alle vicende giudiziarie che lo riguardano, Berlusconi ha spiegato: “Soltanto con la serenità e la forza d’animo che derivano dalla consapevolezza di non aver commesso alcun reato sono riuscito a disinteressarmi dei tanti, troppi procedimenti che mi sono stati addossati e che ogni giorno vengono amplificati da giornali e televisioni”. E sugli sviluppi dell’inchiesta Mediaset: “Ancora una volta è scattato l’uso politico della giustizia per cercare di denigrare il presidente del Consiglio”.

BOCCHINO: “COMMISSIONE NON È NEL PROGRAMMA”. La commissione parlamentare d’inchiesta, ha però subito precisato il capogruppo di Futuro e Libertà a Montecitorio, Italo Bocchino, “non è nel programma di governo” e pertanto “la nostra disponibilità è nulla”. I finiani dunque si smarcano e non assicurano l’appoggio – e la maggioranza – all’iniziativa auspicata dal premier. “Una commissione di inchiesta sui giudici – ha spiegato Bocchino – non è una priorità dell’agenda del paese. Ma se Berlusconi la farà presentare in commissione la valuteremo autonomamente, come facciamo con tutti i temi che non fanno parte del programma del governo”.

PD E IDV. Tranchant il commento di Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera. “Il Lodo Alfano è un mostro giuridico che serve solo a Berlusconi. È indispensabile solo per farla franca e sfuggire ai processi, evitando possibili condanne. E’ una vergogna tutta italiana che non ha eguali nelle altre democrazie. Un capo di governo non gioca allo sfascio dello Stato, nè discute il principio basilare dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge”. E Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia, fa ricorso all’ironia, dicendo che Berlusconi deve mettersi d’accordo con se stesso: “Un giorno dice che il lodo Alfano non lo vuole e che gli è stato regalato dai suoi alleati, il giorno dopo dice che è indispensabile per contrastare l’azione di pm a lui ostili. Sono pensieri tra di loro agli antipodi, ben lontani dalla coerenza richiesta alla più alta carica di governo. Per noi il lodo Alfano resta un mostro giuridico con il quale il governo vorrebbe inserire un salvacondotto senza limiti per il premier. Ci opporremo duramente dentro e fuori il parlamento”.

RIAPERTI GLI EMENDAMENTI. Intanto, si è appreso che la Commissione Affari costituzionali del Senato riaprirà i termini per presentare nuovi emendamenti al lodo Alfano. La decisione è stata presa al termine di colloqui fra Pdl e Fli, dopo l’intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Se verranno riaperti i termini, Fli potrebbe presentare un proprio emendamento in Commissione. La riapertura dei termini per nuovi emendamenti avrà come conseguenza l’interruzione per uno o due giorni della discussione del lodo Alfano in Commissione. E potrebbe essere l’occasione per tentare un avvicinamento tra il pdl e i finiani. Ad esempio la possibilità, ventilata dal Guardasigilli Angelino Alfano, che il lodo costituzionale per le alte cariche dello stato non sia reiterabile è giudicata da Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera e avvocato del presidente di Montecitorio, “estremamente positiva perchè accoglie un principio che abbiamo sostenuto” e in questo modo viene dimostrata “la volontà di venire incontro alle nostre istanze”.

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