ROMA. Simone La Penna, 32 anni, era finito nel carcere di Regina Coeli per detenzione di stupefacenti dal 27 gennaio del 2009 e dopo solo 11 mesi in carcere, il 26 novembre,è deceduto.
Simone in meno di un anno aveva persooltre 30 chili e continuava a stare male e a chiedere aiuto. Il giovanein passato aveva sofferto di anoressia e dunque non era compatibile con il regime carcerario. La Procura di Roma ha indagato, per omicidio colposo, 7 persone.
A finire nel mirino delle indagini medici e infermieri del carcere Capitolino. Alcuni di loro avrebbero scritto dichiarazioni di idoneità di Simone alla vita in prigione, altri non si sarebbero accorti che lentamente si stava spegnendo, altrihanno prescritto medicinali che avrebbero potuto salvargli la vita senzacontrollare che quei preparati gli venissero realmente somministrati.
I sette chiamati a rispondere della morte di Simone, deceduto per arresto cardiaco provocato da uno squilibrio elettrolitico, sono Andrea F., Andrea S., Giuseppe T., Paolo P., Francesco P., Antonio C., e Domenico S.. Dovranno spiegare, come racconta Il Messaggero,come mai già dopo un mese Simone venne portato nel reparto di medicina protetta del Belcolle di Viterbo perché continuava a vomitare.
Grazie ad una terapiamirata il 32enne cominciò a dare segni di miglioramento, ma non appena tornato in carcere di nuovo peggiorò al punto che nella relazione della Procura si parla di uno stato di anoressia mentale. La denutrizione continuò a peggiorare fino ad un nuovo ricovero, nel mese di luglio, che non servì a molto. Il 26 novembre due infermieri del carcere trovarono Simone privo di coscienza e a nulla valseroi tentativi di rianimazione.