ROMA.La maggioranza è stata battuta tre volte alla Camera su emendamenti riguardanti i rapporti Italia-Libia.
Quella di martedì è stata una giornata decisamente dal sapore amaro per Silvio Berlusconi. Si era aperta con la visita nelle zone alluvionate del nord-est insieme a Bossi e ai reggenti della Lega Cota e Zaia. Fischi e polemiche hanno accolto il premier a Padova e si sono ripetuti anche in Abruzzo dove Berlusconi si era recato per conferire alcune onorificenze allinterno della caserma di Coppito. Poi nel pomeriggio il tracollo in Parlamento della sua maggioranza, ora sempre più appesa a un filo in attesa dellincontro chiarificatore tra Bossi e Gianfranco Fini in programma giovedì. In tutte e tre le votazioni in cui il governo è andato ko sono stati decisivi i voti di Futuro e Libertà, proprio il partito del presidente della Camera che domenica scorsa dal palco di Bastia Umbra ha dato forse lultimo strappo decisivo con la maggioranza.
EMENDAMENTI. Sì alle mozioni dell’Udc e a quella fatta propria da Futuro e Libertà dopo che il governo l’aveva ritirata (in seguito all’approvazione di un emendamento dei radicali) sui rapporti tra Italia e Libia. I testi approvati impegnano il governo “a proseguire nell’attuazione degli impegni sanciti dal Trattato italo-libico di amicizia, in vista della creazione di un forte e ampio partenariato bilaterale in tutti i settori; a svolgere un ruolo di stimolo sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; nell’ambito di controllo e regolamentazione dei flussi migratori, a proseguire nella collaborazione con Tripoli in materia di lotta all’immigrazione clandestina e di contrasto alle attività delle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani, lungo le linee direttrici delineate in questi ultimi mesi che hanno consentito un radicale ridimensionamento nell’afflusso di clandestini sulle coste italiane”. In base all’emendamento dei radicali, passato con il voto determinante di Fli, il governo viene quindi impegnato “a sollecitare con forza le autorità di Tripoli affinché ratifichino la Convenzione Onu sui rifugiati e riaprano l’ufficio dell’Unhcr a Tripoli quale premessa per continuare le politiche dei respingimenti dei migranti in Libia”.
LA RUSSA. “Che Fli voti con l’opposizione non fa più notizia, ma votando un emendamento come quello che è passato ci si dovrà assumere al responsabilità di rivedere i barconi di disperati sulle coste italiane”. Questo il commento del ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa. “Noi insisteremo per la politica dei respingimenti – ha aggiunto – è quello di Fli mi sembra un boomerang per una formazione che dice comunque di essere di centrodestra”. Ai giornalisti che hanno chiesto se il voto di Montecitorio possa condizionare le prove di intesa nella maggioranza che Umberto Bossi porterà avanti in queste ore con Fini, La Russa ha risposto: “Non credo che un singolo voto possa cambiare qualcosa da quel punto di vista”.
CICCHITTO. “E’ un voto irresponsabile che rischia di incentivare la immigrazione clandestina. Questo voto è avvenuto anche per la responsabilità determinante dei parlamentari del Fli”, ha commentato il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, dopo la votazione sull’emendamento del radicale Mecacci.
BOCCHINO. Secondo il finiano Italo Bocchino quanto avvenuto dimostra che “il governo non ha una maggioranza se non fa un accordo preventivo con Fini”. Quanto all’influenza potrà avere sulla mediazione affidata a Bossi, il capogruppo dei futuristi a Montecitorio risponde: “Noi facciamo di testa nostra, votiamo secondo la nostra coscienza”.
SACCONI. “Non è sulla Libia che cade il governo, ovviamente”, ha commentato a caldo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. “Futuro e Libertà – ha aggiunto Sacconi – conferma la vicinanza ai radicali”. A chi gli chiedeva se ormai sia inevitabile una rottura Sacconi ha risposto: “Niente è inevitabile tranne la morte”.
PD. “Penso che ormai la crisi sia conclamata e che questo sia dovuto anche allopposizione che sta facendo bene il suo mestiere. Non c’è più spazio per i traccheggiamenti: la maggioranza deve rendere formale la crisi”, ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani. “Dimostriamo di essere in grado di incidere, da adesso in poi, in tutti i principali passaggi parlamentari”. “Non è stato mai negoziato con la Libia un accordo sui respingimenti”, sottolinea Massimo D’Alema. “La decisione di operare i respingimenti è una decisione autonoma del governo italiano e nulla di questo tipo fa parte del trattato di amicizia con la Libia”. Quanto all’emendamento approvato, l’ex premier spiega: “Vincola il governo italiano, non quello libico, a rispettare le convenzioni internazionali, ciò che il governo italiano non ha fatto”. Dario Franceschini parla di “prove tecniche di sfiducia”
GIOVEDI’ INCONTRO BOSSI FINI.È stato fissato per giovedì l’incontro tra Umberto Bossi e Gianfranco Fini, dopo lo strappo del Presidente della Camera a Bastia Umbra e l’incontro ad Arcore tra il premier Silvio Berlusconi ed il leader del Carroccio. Lo si apprende da fonti parlamentari della maggioranza.