Berlusconi: “Fiducia in Senato e poi alla Camera”. Bocchino: “E’ un escamotage”

di Angela Oliva

Silvio BerlusconiMILANO. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente durante la convention del Pdl, ha annunciato che il suo Governo chiederà la fiducia dapprima al Senato e poi alla Camera.

Il premier si è detto sicuro di ottenere l’appoggio da ambedue le parti ma se ciò a Montecitorio non dovesse accadere si ritornerà al voto ma solo per la Camera: “Andremo avanti a governare con una fiducia che ci verrà data al Senato e che penso ci verrà data anche alla Camera. E se ci dovesse essere una fiducia che non c’è alla Camera benissimo, si andrà a votare per la Camera stessa dei deputati e vedremo che cosa decideranno gli italiani. Ci sono dei professionisti della politica – ha continuato Berlusconi riferendosi ai suoi avversari politici – che possono aspirare a diventare presidente del Consiglio, o della Repubblica, solo grazie a compromessi di palazzo, ma questa non è democrazia: è solo partitocrazia”.

La nuova decisione di Berlusconi, giunta all’indomani della lettera inviata a Schifani e Fini per comunicare l’intenzione di votare la fiducia dopo l’approvazione della Finanziaria, ha irritato il popolo dei finiani come ha sottolineato il capogruppo alla Camera Italo Bocchino: “L’ipotesi del solo scioglimento della Camera in caso di sfiducia è un escamotage che ha il solo obiettivo di tranquillizzare quei senatori pronti a sostenere un percorso di responsabilità che eviti al Paese l’ennesima campagna elettorale. Restiamo convinti che sarebbe opportuna una scelta nell’interesse dell’Italia, con le dimissioni del governo e l’avvio di un percorso virtuoso che richiami tutte le forze politiche alla responsabilità verso i cittadini”.

La fiducia al premier arriva dai suoi Ministri. Renato Brunetta, dai microfoni di Rtl, ha affermato: “Questo governo farà approvare, anche con un voto di fiducia, la terza finanziaria di rigore. I conti sono a posto, il paese si è salvato dalla grande crisi. La Finanziaria – prosegue il Ministro della Pubblica Istruzione – destina risorse a scuole, università, alla produttività, alleggerisce i tagli, soprattutto sulla parte sociale dei comuni. È una Finanziaria da tempi difficili che risponde alle esigenze del Paese. Lorsignori sanno fare meglio? Vogliono tornare alle Finanziarie da assalto alla diligenza? Lo dicano, vogliamo tornare alla melassa, ai governi che si fanno e si disfano”.

Stessa linea di pensiero anche dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini che ha dichiarato: “I continui attacchi a Berlusconi e che tendono ad archiviare gli ultimi 15 anni di storia del Paese hanno un effetto ricostituente e vitaminico sul presidente del Consiglio. Se questo governo cade l’unica alternativa è il voto, è tornare dagli elettori. Non si può chiamare tecnico – conclude – un governo che vedrebbe chi ha vinto le elezioni andare all’opposizione e chi è uscito sconfitto dalle urne guidare il Paese”.

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