Saviano: “Maroni come Sandokan”. Il ministro: “Lo querelo”

di Redazione

Maroni-SavianoMILANO. Continua la polemica dopo la puntata di “Vieni via con me” in cui Roberto Saviano ha parlato di Milano e della Lombardia come il vero “centro” della ‘Ndrangheta.

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha definito “infamanti” le parole dello scrittore, che ha parlato anche di rapporti tra la criminalità calabrese e la Lega, e chiede una replica nel corso della prossima puntata del programma di Raitre. “Se la Rai mi impedirà di replicare, giro la questione al Capo dello Stato”, ha tuonato il titolare del Viminale, chiedendo l’intervento anche dei presidenti delle Camere. Oggi la questione sarà in discussione nel consiglio di amministrazione di Viale Mazzini.

SAVIANO: “MARONI MI HA SFIDATO COME SANDOKAN”. “Si potrebbe fare molto di più anziché prendersela sempre con chi racconta. Si dovrebbe guardare i fatti, andare oltre, non limitarsi a tirare un sospiro di sollievo perché il consigliere regionale leghista non è stato arrestato. Chiedersi perché gli ‘ndranghetisti cercano di interloquire con la Lega. Dire la verità, ossia che c’è un Nord completamente infiltrato”, replica Saviano, che, intervistato da Repubblica, definisce “inquietanti” le parole di Maroni che lo ha invitato a ripetere le stesse cose dette in tv guardandolo negli occhi. “Mi ha sfidato – spiega – allo stesso modo di ‘Sandokan’ Schiavone (il boss dei Casalesi in carcere al 41bis, ndr.), che fece leggere una lettera al suo avvocato durante il processo Spartacus. Per la prima volta da allora ho riascoltato questa espressione. E sulla bocca del ministro dell’Interno certe parole sono davvero inquietanti”. L’autore di Gomorra si dice comunque “pronto al confronto con Maroni quando vuole, posso guardare negli occhi tutti. Il ministro ha sbagliato canale”. “Non ho fatto altro – precisa – che raccontare l’inchiesta di Ilda Boccassini e di Pignatone. E ho segnalato che il leghista incontrato dal boss Nieri non è stato arrestato. Non cerco lo scontro ideologico – aggiunge – non sono entrato nel merito della vicenda politica”. Sul premier Silvio Berlusconi, Saviano poi afferma: “Se vuole venire a fare un elenco come gli altri, nessun problema” mentre definisce “un miracolo”, il successo della trasmissione, che ha registrato 9 milioni di telespettatori.

MARONI: “IO COME SANDOKAN? LO QUERELO”. “Sono incredulo, confido ancora in un refuso e chiedo quindi a Saviano di smentire, riservandomi ogni azione utile». È dura la reazione del ministro dell’Interno al paragone con “Sandokan” Schiavone fatto da Saviano. “Siamo consapevoli delle infiltrazioni della ‘ndrangheta anche al Nord – dice Maroni – e sei mesi fa, a Milano, ho istituito una commissione speciale per vigilare sulle infiltrazioni nell’expo. E ho introdotto una legge che impone la tracciabilità di tutti i pagamenti di tutti gli appalti pubblici. La Lega è stata il partito che all’inizio degli anni ’90 – prosegue – ha denunciato le infiltrazioni mafiose al Nord. Ma qui parliamo di altro, di una cosa che è stata detta in trasmissione, cioè che al Nordla ‘ndrangheta interloquisce con la Lega. È una affermazione che respingo, una grave falsità. Per questo mi sento offeso, come ministro e come leghista, e chiedo il diritto di replica per smentire”. “Se dovessero invitarmi andrò vestito da Sandokan…”, ironizza poi il ministro.

IL LEGHISTA CIOCCA: “VALUTERO’ SE QUERELARE”. “Vedrò oggi il filmato e deciderò se querelare Saviano”, afferma intanto il consigliere regionale leghista della Lombardia Angelo Ciocca che spiega di non aver visto la trasmissione di Fazio e Saviano, ma di essere rimasto “stupito e indignato” dal riferimento fatto dallo scrittore. “Pensavo di aver chiarito tutto, di aver spiegato: non sono indagato e non centro nulla con la ‘ndrangheta: domani vedrò il filmato e deciderò se querelare Saviano”.

RAITRE: “NON ABBIAMO OFFESO NESSUNO”. “Se il ministro Maroni, ritiene di rilasciare una dichiarazione scritta o filmata di precisazione, di rettifica o di replica a quanto affermato” lunedì nel corso di Vieni via con me, “questa troverà posto all’interno della prossima puntata”, ha detto il direttore di Raitre, Paolo Ruffini. “Non è sembrato che le parole di Roberto Saviano fossero in alcun modo offensive né della persona del ministro né del movimento politico al quale il ministro appartiene. Ma che abbiano posto come in Gomorra, un altro tema: il tentativo delle mafie di infiltrare il tessuto economico, sociale e politico delle comunità”, ha aggiunto Ruffini.

MASI: “C’E’ BISOGNO DI CONTRADDITTORIO”. Gli ascolti sono “importanti, un fatto positivo. Ma in un servizio pubblico non sono l’unico metro di misura possibile”. “C’è una questione di regole che un servizio pubblico ha l’obbligo di osservare: equilibrio, contraddittorio e pluralismo”, dice invece al Corriere della Sera, il direttore generale della Rai, Mauro Masi, e su Maroni osserva che ha diritto e titolo a chiedere uno spazio in trasmissione. Oggi se ne parlerà in Cda Rai.

Saviano racconta la ‘Ndrangheta al Nord

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