Fiducia, Fli: “Non ci sono condizioni”. La Russa: “Niente dimissioni”

di Redazione

Italo BocchinoROMA.“È evidente che non ci sono le condizioni per cui noi possiamo votare in questo momento la fiducia al Governo Berlusconi”.

Lo ha detto il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, a Omnibus, su La7. “Alla fine sono convinto che Berlusconi sceglierà la via più saggia che è quella delle dimissioni per evitare di essere sfiduciato – ha aggiunto – non c’è dubbio che il passaggio parlamentare non può non essere legato a un elemento di discontinuità”.

Riferendosi alle parole del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che lunedì ha sottolineato che i centristi non voteranno la fiducia al governo, Bocchino ha commentato: “Casini fa parte dell’opposizione, noi abbiamo altre responsabilità”. “Siamo in attesa di una risposta da Silvio Berlusconi – ha ribadito – ammesso che venga fa shopping in Parlamento poi che fa? Se Berlusconi viene il 13 e dice che c’è una situazione di stagnazione, dice ‘mi rendo conto che bisogna fare delle riforme istituzionali, la riforma della legge elettorale, la riforma del Fisco, un grande provvedimento economico e socialè troverà una maggioranza più ampia. Questo chiediamo noi. Non chiediamo posti: li abbiamo restituiti”.

La replica del Pdl arriva poco dopo, per voce coordinatore del Pdl e ministro della Difesa, Ignazio La Russa: “E chi ha mai detto che ci sono le condizioni…? Loro chiedono le dimissioni di Berlusconi, le dimissioni non ci saranno, quindi le condizioni evidentemente non ci sono”.

Un voto in più, forse. Con il quale non si può governare il Paese. E’ questa l’opinione del leader del Pd Pierluigi Bersani sulla “fatidica” scadenza del 14 dicembre, quando so voterà in Parlamento la fiducia a Berlusconi. “Mi aspetto che la fiducia venga negata”, dice il segreatrio del Pd, “e si apra il percorso che prevede la Costituzione, il governo che si dimette e va al Quirinale”. Ma anche se Berlusconi avesse un voto in più alla Camera, questo non significa governabilità”. “Niente è scontato – continua Bersani -, ma noi abbiamo presentato il nostro documento per rendere chiara la situazione, è l’occasione per capire che c’è una crisi formale, da mesi e sperare di aprire una diversa fase”. Il segretario democratico dice che il suo partito non ha alcuna paura di andare alle elezioni. “Se andiamo al voto, vinciamo”. Ma fa notare che “andare alle urne con questa legge elettorale, che fa nominare i deputati, e da’ un premio di maggioranza con solo il 34%, vuol dire si tenere fermo il Paese nella vecchia storia, quella del Berlusconi sì o Berlusconi no. Serve invece una fase nuova”.Così Bersani rilancia l’idea di una “transizione” che sistemi anche le regole del gioco, e per questo “ci ci rivolgiamo a tutte le forze consapevoli di questo passaggio, compresi Udc e finiani. Se invece pensiamo ad un’alternativa di governo ci rivolgiamo a forze di centro-sinistra, fino all’Udc se questo sara’ d’accordo”.

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