ROMA.La Camera resterà chiusa da lunedì 6 dicembre sino alle ore 16 di lunedì 13 dicembre, quando riaprirà per discutere sul voto di sfiducia al governo.
È quanto ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio su richiesta del Pdl, approvta anche da Fli. Contrarie le opposizioni, perché così, lamentano Pd e Udc, slitta tutto ciò che era in calendario, tra cui la mozione di sfiducia al ministro Sandro Bondi. L’opposizione ha protestato per la scelta “determinata da ragioni politiche”, proponendo di proseguire con il calendario dei lavori già fissato.
Dopo il via libera al dl sicurezza, previsto tra stasera e giovedì, l’assemblea di Montecitorio se resterà tempo si occuperà della proposta di legge per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito. Dopo di che, da lunedì 6 dicembre tutti a casa per una settimana per il mega-ponte dell’Immacolata (8 dicembre, oltre a sant’Ambrogio il giorno prima, patrono di Milano e festa cittadina nel capoluogo lombardo). Resta l’incognita della finanziaria: in caso di modifiche al Senato, Montecitorio dovrebbe riunirsi per la terza lettura.
“Abbiamo chiesto che in pendenza di una mozione di sfiducia non sia opportuno che in Aula si affrontino questioni delicate, in quanto prevale la questione di carattere generale”, ha dichiatato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl. Dura la protesta dell’opposizione, con Dario Franceschini (Pd) a sostenere che la richiesta del Pdl “ha ragioni politiche”. “Lavorare la prossima settimana sarebbe stato un segnale positivo per il Paese”, ha aggiunto Gian Luca Galletti dell’Udc. “La verità è che il Pdl è preoccupato di affrontare l’Aula”.
Basta con le polemiche inutili e le chiacchiere, continuerò a lavorare per realizzare il programma di governo, intanto assicura Silvio Berlusconi in un messaggio inviato al sito Forzasilvio.it. “Lasciamo agli altri le chiacchiere, le polemiche inutili, le manovre e gli agguati di palazzo. Noi continuiamo a lavorare e a cercare di comunicare ai cittadini le cose realizzate dal governo”, dice il premier.