Fini-Bondi, è scontro sulla mozione di sfiducia al ministro

di Redazione

Sandro Bondi e Gianfranco FiniROMA. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha appena incassato la sconfitta sul voto di fiducia al governoe già si domanda in un colloquio con i giornalisti, …

… poi ufficialmente smentito: “Come fa adesso il governo? Che si fa ad esempio sulla sfiducia a Bondi? Come fa il ministro dei Beni culturali a rimanere al suo posto?”. Quesiti che all’orecchio del coordinatore del Pdl suonano come un guanto di sfida, l’ennesimo avvertimento. Al punto che il ministro ha subito preso un’iniziativa: una lettera inviata al presidente della Repubblica Napolitano per sollevare la questione della parzialità della terza carica dello Stato.

A Sandro Bondi, in particolare, non sarebbe andata giù la riunione convocata nello studio del presidente Fini a Montecitorio in cui si sarebbe discusso della sfiducia di Futuro e Libertà nei confronti del ministro. Il voto a Montecitorio, richiesto da Pd e Idv dopo il crollo della Domus dei gladiatori a Pompei, è prevista per la prossima settimana, e Fli quasi certamente voterà compatta con l’opposizione. La coincidenza dei ruoli di Fini come garante e leader di un partito che chiede le dimissioni del ministro sarebbe quindi al centro della lettera inviata al capo dello Stato.

La replica di Fini non si è fatta attendere, affidata al suo portavoce Fabrizio Alfano: “Come noto, la mozione di sfiducia al ministro Bondi è già da tempo nel calendario dei lavori della Camera dei deputati. L’orientamento di voto sulla medesima è rimessa alle valutazioni dei singoli gruppi parlamentari. Pertanto, il ministro della Cultura, anziché rivolgersi al presidente della Repubblica, avrebbe potuto semplicemente chiedere al presidente Fini la veridicità delle dichiarazioni al medesimo attribuite oggi da alcuni quotidiani e ne avrebbe ricavato una netta smentita”.

La smentita però non placa le polemiche su la compatibilità del ruolo istituzionale con quello di leader politico a tempo pieno. Sulla questione della dimissioni del presidente della Camera è intervenuto anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “L’assemblea le ha chieste – ha detto il premier a Mattino Cinque -, ma è una scelta sua, è un problema suo”.

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