ROMA. Le “colombe” si rivoltano contro i “falchi” in casa Fli. A pochi giorni dall’assemblea di Milano, nel nuovo soggetto politico di Gianfranco Fini ci sarebbero malumori legati non solo agli incarichi di partito ma soprattutto sull’ipotesi di accogliere la proposta dell’alleanza costituente lanciata da Massimo D’Alema.
Da qui l’ultimatum delle “colombe”, a margine di una riunione durata più di tre ore al Senato: restiamo nel partito solo a condizione che Futuro e Libertà rimanga nell’ambito del centrodestra. Insomma, un ‘no’ secco ad una possibile “ammucchiata” con l’opposizione (da cui sarebbe però escluso Di Pietro) contro il premier Silvio Berlusconi.
Per quanto riguarda gli incarichi, il capogruppo al Senato, Pasquale Viespoli, si è dimesso in segno di dissenso verso le nomine di Italo Bocchino vicepresidente e di Benedetto Della Vedova capogruppo alla Camera, ritenute non in linea col posizionamento strategico di centrodestra emerso dallAssemblea. Viespoli è stato comunque rieletto capogruppo con mandato unanime: “E’ sintesi delle diverse posizioni emerse allinterno del gruppo”.
Insieme a Viespoli manifestano dissenso anche Adolfo Urso e Andrea Ronchi, che nei mesi scorsi hanno lasciato gli incarichi di governo per seguire il progetto di Fini, del quale, però, oggi sarebbero delusi. In particolare è la guida affidata a Bocchino a destare malumore. “Gianfranco Fini a Milano ha lavorato per dividere e non per unire”, ha commentato Viespoli. “Fini aveva di fronte due strade: o dimettersi dalla presidenza della Camera, oppure dare al suo partito un profilo compatibile con il suo ruolo e con la plurtalità delle posizioni al suo interno”.
C’è poi chi, come Carmelo Briguglio, che accusa direttamente il leader di Fli e presidente della Camera: “Fini è un superfalco, lui vola ad unaltra altezza rispetto a noi”, dice Briguglio ai microfoni di Radio 2, stilando una “classifica” dei “falchi” del suo partito. “Secondo me Fini è un superfalco segreto. Fuori ha labito istituzionale, è un superfalco mascherato”, ha aggiunto Briguglio, ritenendo che Fini è anche “più intransigente” di Bocchino “quando si trova davanti a questione istituzionali”.
Anche Luca Barbareschi, che di recente ha fatto parlare di sè per l’incontro avuto con Berlusconi, non ci sta: “Non è un problema di nomi o di ruoli. Ma quando ho pensato a Futuro Libertà, ho pensato a un partito che allinterno del centrodestra potesse funzionare da stimolo forte”. Ma non è quello che sta accadendo. Secondo Barbareschi, un accordo con la sinistra ridurrebbe Fli a “essere utilizzato come cavallo di Troia per un tipo di magistratura che io combatto dai tempi di tangentopoli ad oggi”.