Riforma della giustizia, primo sì dal governo. Berlusconi: “Sbrighiamoci”

di Redazione

Angelino Alfano e Silvio BerlusconiROMA. Il governo ha approvato all’unanimità la relazione del ministro Angelino Alfano sul ddl che contiene la riforma della giustizia.

Previsto unddl costituzionale per separare le carriere di giudici e pm, per dividere in due il Csm e dare più poteri al ministro della Giustizia. Nonsi esclude cheil governo possa procedere anche con un ddl sulla responsabilità civile dei magistrati, come aveva lasciato intendere nei giorni scorsi il premier Silvio Berlusconi, quando aveva annunciato di voler far “causa allo Stato” per le sue vicende giudiziarie visto che non ci si può rivalere sui magistrati. Nei prossimi giorni sarà convocata una seduta straordinaria del Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva, mentre martedì si riunirà un comitato di ministri e tecnici per approfondire i contenuti del ddl.

BERLUSCONI: “RIFORMA BASATA SU PRINCIPI DI CIVILTA'”. “Questa è una riforma basata su principi di civiltà, bisogna chiudere nel più breve tempo possibile”, ha commentato Berlusconi, a detta di alcuni partecipanti al Cdm di venerdì mattina, i quali hanno riferito, inoltre, di un premier soddisfatto per i nuovi innesti nella maggioranza. Anzi il Cavaliere ha annunciato altre novità in arrivo, come la reintroduzione dell’immunità parlamentare. Di questo argomento ne ha parlato Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, in un intervento sul Tempo: “Liquidare come ‘spirito di autoconservazione della casta’ i ripetuti voti con cui in diverse circostanze il Parlamento ha preservato lo spazio della politica e la sovranità popolare da incursioni giudiziarie, significherebbe non aver compreso la reale posta in gioco”, ha dichiaratoQuagliariello, per il qualesi tratta di “una grande anomalia italiana” a causa della quale è oggi possibile “l’attacco alle istituzioni democratiche”.

COSA PREVEDE IL DDL. La bozza di riforma approntata da Alfano lo scorso novembre aveva ricevuto un altolà dai finiani che, per bocca della presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno, contestavano la prevista maggioranza laica del Consiglio superiore della magistratura, l’attribuzione di maggiori poteri al ministro della Giustizia, l’ipotesi di una polizia giudiziaria più autonoma dal pubblico ministero. La trattativa si era interrotta in contemporanea con lo strappo politico tra Pdl e Fli. Secondo quanto previsto dal ddl, i giudici saranno indipendenti da ogni potere e soggetti solo alla legge, mentre i pm potrebbero diventare un “ufficio”

organizzato secondo le norme sull’ordinamento e con la facoltà di esercitare l’azione penale secondo priorità stabilite dalla legge.Inoltre, l’uso della polizia giudiziaria avverrà “secondo modalità stabilite dalla legge”; verranno creati due Csm, uno dei giudici e l’altro dei pm, mentre un organismo ad hoc (una sorta di alta corte di disciplina) vaglierà i procedimenti disciplinari di tutte le toghe. Nelle originarie bozze era prevista anche l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado e l’attribuzione al ministro della Giustizia di maggiori poteri, incluso quello di partecipare alle riunioni dei Csm senza diritto di voto.

I “RESPONSABILI” NEL GOVERNO. In vista della riforma, Berlusconi si sente politicamente più forte alla luce della fuoriuscita di alcuni senatori e deputatida Futuro e Libertà, ed è convinto che la maggioranza crescerà ancora alla Camera: l’obiettivo resta quello di “aggiungere” almeno dieci deputati ai 316 attuali, per garantirsi il riequilibrio delle Commissioni e la tenuta nei prossimi passaggi parlamentari. Si valuta dell’ipotesi di formare un nuovo gruppo a Montecitorio in modo da avere più rappresentanti nelle Commissioni, e in particolar modo nell’ufficio di presidenza che dovrà essere chiamato a pronunciarsi sull’eventuale conflitto di attribuzione da sollevare davanti alla Consulta per il caso Ruby anche se lo stesso Berlusconi anticipa che “non presenteremo richiesta di conflitto di attribuzione”. Mercoledì prossimo, quando i “numeri” in Parlamento saranno più chiari, Berlusconi dovrebbe ritoccare la squadra digoverno con l’innesto dei “Responsabili”.

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