ROMA.“Dobbiamo resistere e continuare a governare con serenità. La nostra maggioranza è solida, in Senato e anche alla Camera. Abbiamo i numeri per andare avanti fino al termine della legislatura”.
Così Silvio Berlusconi, intervendo telefonicamente a un convegno del Pdl a Cosenza. I magistrati “me ne hanno fatto di tutti i colori”, sono “l’uomo più perseguitato della storia dalla giustizia”, ma non sono “mai arrivati a condanna” e “continuano perché hanno ben chiaro che se non mi eliminano attraverso l’arma giudiziaria non potranno mai farlo attraverso le elezioni”, ha detto ancora. “Io mi sono impegnato per evitare il prevalere della sinistra attraverso l’arma giudiziaria” e quindi “dobbiamo resistere, continuare a governare e farlo con serenità ma soprattutto dobbiamo impegnarci a fare queste riforme”.
La riforma della giustizia è “assolutamente indispensabile” e “conterrà tutto ciò di cui pensiamo ci sia bisogno: dalla divisione degli ordini, ai due Csm, al metodo di elezione dei membri del Csm” alla “composizione della Corte costituzionale”, ha detto ancora Berlusconi, sottolineando che per quanto concerne la Consulta “saranno necessari i 2/3 dei componenti per abrogare le leggi in modo da evitare che si ripetano le situazioni oggi, quando il Parlamento discute una legge, la approva e se non piace ai magistrati di sinistra, la impugnano davanti alla Consulta che è costituita in prevalenza da giudici che provengono dalla sinistra e dunque le abroga anche se sono leggi giuste e giustissime”. “Noi ripresenteremo tutte le riforme della giustizia, le approveremo con una seduta straordinaria del consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Il palamento le discuterà, le voteremo con la nostra maggioranza. Se necessario ci sarà un referendum e credo che tutti gli italiani vorranno una giustizia giusta”, ha aggiunto.
Berlusconi poi interviene all’indomani della decisione del Consiglio dei ministri di stabilire, ufficialmente, che il prossimo 17 marzo sarà festa nazionale, in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. E lo fa spiegando che a suo parere è giusta la decisione presa dall’esecutivo, da cui hanno preso le distanze solo i tre esponenti della Lega: Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Roberto Maroni (quest’ultimo non partecipando). “Credo di sì, credo valga la pena di festeggiare” ha detto Silvio Berlusconi lasciando Palazzo Grazioli e rispondendo velocemente ai cronisti che lo sollecitavano in merito.
Il Cavaliere ha anche affrontato il tema delle mobilitazioni in Nord Africa e a chi gli chiedeva se avesse avuto modo di parlare con il leader libico Gheddafi, con cui ha un rapporto di grande intesa, ha spiegato: “No, non lo ho sentito. La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno”. Berlusconi ha in ogni caso precisato che il governo è preoccupato in generale “per tutto quello che sta succedendo in tutta l’area”.
E dice di non credere alle notizie sulla morte dell’ex presidente tunisino Ben Ali. “Si è saputo qualcosa di sicuro su Ben Ali o no?”, chiede ai cronisti. I giornalisti gli dicono che secondo fonti francesi non ancora confermate Ben Ali sarebbe morto. E lui replica: “Non credo. Le notizie di ieri, da quella fonte lì, non mi sono state confermate da giù”.
Il 17 marzo sarà festa nazionale per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dall’Unità d’Italia. E ci sarà anche il Papa. “C’è l’impegno, ribadito anche dai cardinali Bertone e Bagnasco per la partecipazione della Chiesa e in qualche forma anche del Pontefice alle celebrazioni: un fatto molto importante”, ha reso noto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo quanto apprende l’Ansa, si tratterebbe di un messaggio di Benedetto XVI. Fonti vaticane fanno sapere che non c’è ancora nulla di stabilito. Il messaggio potrebbe essere letto dal cardinale Bagnasco durante la Messa annunciata per il giorno delle celebrazioni.