TRIPOLI. Nel suo intervento televisivo, Muammar Gheddafi, oltre a confermare la sua presenza a Tripoli e di non voler saperne di dimettersi, preferendo morire “come un martire”, ha lanciato dure accuse a Stati Uniti e Italia che, a suo avviso, avrebbe fornito razzi ai rivoltosi.
“Stati Uniti e l’Italia hanno distribuito razzi ai ragazzi a Bengasi”, ha detto il leader libico. Immediata la risposta del ministro degli esteri, Franco Frattini: “Se fossero confermate le parole di Gheddafi si tratterebbe di una purissima falsità che lascia sgomenti e sbigottiti”. Anche il premier Silvio Berlusconi smentisce seccamente.
Proprio con Berlusconi, Gheddafi ha avuto martedì pomeriggio una telefonata durata circa 20 minuti in cui il presidente del Consiglio ha ribadito la necessità di una soluzione pacifica all’insegna della moderazione per scongiurare il rischio di degenerazione in una guerra civile.
Ma per Gheddafi in Libia “va tutto bene”. Le vera situazione, sottolinea il Colonnello, è quella che mostrano i media libici. E, intanto, in alcune trasmissioni televisive vengono rispolverate le immagini di Berlusconi che, lo scorso anno, ospitò Gheddafi a Roma, con tutti gli onori ed una serie di eventi che fecero molto discutere, come le lezioni di Corano impartite adelle ragazzeappositamente ingaggiate, le tende berbere a Villa Dora Pamphili, lo spettacolo del corpo dei carabinieri a cavallo e dei cavalieri libici. Ma, dalla maggioranza di governo, Pdl e Lega invitano a non strumentalizzare: “L’Italia fa affari con Gheddafi da molto tempo prima che scendesse in campo Berlusconi”, ha detto il capogruppo dei senatori Pdl Maurizio Gasparri. Mentre il leghista Roberto Cota, presidente della regione Piemonte, a Ballarò ha mostrato le foto in cui gli ex premier della sinistra, Prodi e D’Alema, hanno accolto Gheddafi con tutti gli onori.
Tornando al discorso del Colonnello, questi non usa mezzi termini: “Hanno dato le armi ai ragazzini, li hanno drogati. Andate ad attaccare questi ratti. Le famiglie dovrebbero raccogliere i propri figli dalle strade”. E invita il popolo libico a “uscire dalle case” ed “attaccare i manifestanti” per quella che definisce una “marcia santa”. Mentre alle forze di sicurezza chiede di “schiacciare la rivolta”. Ma la minaccia più grave è quella di aver promesso di “ripulire casa per casa” il paese. Nel suo discorso ha poi detto di non aver nulla in contrario su una nuova costituzione e nuove leggi fatte “dal popolo”, proponendo una “nuova Repubblica”.
Intanto, il ministro dell’Interno libico, Abdel Fatah Yunis, che Gheddafi aveva dato per assassinato a Bengasi, secondo quanto riferisce Al Jazeera, è vivo e ha annunciato la propria defezione dal regime e il suo appoggio alla “rivoluzione del 17 febbraio”. Anche la Lega Araba si schiera: la Libia, infatti, è stata esclusadalle riunioni in attesa che le aspirazioni del popolo libico siano soddisfatte.
Per quanto riguarda i rimpatri degli italiani, in attesa di partire dalla Libia, da località diverse da Tripoli, ci sono circa 160 italiani. Per questi connazionali, ha spiegato il ministro Frattini, si procederà ”in modo diverso” da come avvenuto oggi per i circa 400 che hanno lasciato Tripoli con aerei di linea. Sono inoltre in movimento verso la Libia alcune navi della Marina Militare che rimarranno a distanza di qualche ora dalla costa libica, pronte ad essere immediatamente operative.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha annunciato la costituzione di un comitato permanente sulla crisi libica. “L’Italia ha detto La Russa è impegnata affinché cessino le violenze in Libia, con una ‘moral suasion’. Vogliamo poi essere pronti a proteggere prima di tutto i nostri connazionali”. “E’ necessario – ha concluso il ministro – che l’Europa intervenga, perché quella dell’immigrazione non è una questione solo italiana”.