ROMA. Il vero presidente del Consiglio non è Silvio Berlusconi ma Umberto Bossi. È l’opinione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervistato a Porta a Porta.
“Bossi – ha osservato – non è diverso da quello di ieri ma oggi non c’è più chi come Fini contrastava Bossi quando diceva cose lesive dell’identità nazionale, cose che potevano incrinare l’unità nazionale. Il problema non è Bossi ma Berlusconi che gli ha concesso la possibilità di essere il dominus della maggioranza. Il vero premier è Bossi non Berlusconi. Berlusconi è un signore che ha un bisogno vitale di Bossi”.
PROCESSO BREVE.Fini torna poi a criticare il ddl sul processo breve che arriverà in Aula a Montecitorio il prossimo 28 marzo: “È una vergogna una norma transitoria che cancella i processi in corso, togliendo alle parti lese il sacrosanto diritto di vedersi riconosciuto il diritto alla giustizia”. Invece sul caso Ruby il presidente della Camera ha affermato che non voterà sul conflitto attribuzione.
DIMISSIONI.Poi risponde con una domanda alla domanda sulla casa di Montecarlo: “Se si invocano i precedenti di dimissioni” di presidenti della Camera, “sa quanti uomini politici si sono dimessi nel momento in cui sono stati coinvolti in vicende giudiziarie?”. “Fra qualche giorno si pronuncia in via definitiva la magistratura e ci sarà la parola fine anche a questa storia”. A Bruno Vespa che gli domandava se ritenesse di essersi spinto troppo avanti nell’aver promesso di dimettersi da presidente della Camera se la casa di Montecarlo si fosse rivelata di proprietà di suo cognato, Fini ha risposto: “Assolutamente no”.
GIUSTIZIA.“Leggeremo il testo e poi ne discuteremo in Parlamento” risponde Fini ad una domanda sulla riforma della giustizia che sarà portata in Consiglio dei ministri la prossima settimana. “Resto favorevole alla separazione delle carriere”, dice Fini, che sottolinea di non cambiare idea solo perchè la riforma è quella del governo Berlusconi. Ma poi aggiunge che il Consiglio dei ministri la prossima settimana dovrebbe piuttosto occuparsi “della reale condizione meridionale o di un piano di rilancio dell’occupazione giovanile”.
ANM.Berlusconi “non ha dimestichezza col dissenso: se qualcuno non è d’accordo con lui, immediatamente gli scatta la sindrome del complotto. “Berlusconi dice che mi sono messo d’accordo con l’Anm (e all’epoca della Bicamerale con D’Alema) alle sue spalle: penso che non abbia dimestichezza con il dissenso, gli scatta la sindrome del complotto” ha detto Fini nell’intervista registrata. E aggiunge: “La destra c’era prima e, quando tra cento anni Berlusconi sarà uscito dalla vita politica, ci sarà ancora pure dopo”.
FEDERALISMO.“Ieri è stata presa la decisione saggia di chiedere quattro mesi in più per il federalismo”.”È una decisione che allunga la legislatura: Non si voterà più quest’anno”. Poi sui problemi degli italiani: “Spero che nell’agenda del governo ci siano, quanto prima, i problemi degli italiani. L’inflazione è tornata quella del 2008, una donna su due non ha lavoro. Questi sono i problemi”.
CRITICHE A VESPA. “È noto che lei sia informato su quello che fa Berlusconi”, dice Fini a Vespa che gli fa notare come la norma transitoria sul processo breve consenta comunque alle parti lese di procedere civilmente. “Non ho alcuna informazione, sono cose che leggo sui giornali così come leggo che le intercettazioni in altri Paesi non sono consentite come qui da noi”, risponde Vespa e Fini replica: “Lei dovrebbe chiedere al presidente Berlusconi, che frequenta, per quale motivo ha detto no alla proposta Bongiorno che andava proprio in questa direzione”. Vespa, alla fine della registrazione, sottolinea: “Fini ce l’ha con noi per i servizi sulla casa di Montecarlo, che da parte nostra erano doverosi”.