MILANO. Con Berlusconi assente in aula, e dichiarato contumace, viene rinviato al 31 maggio il processo sul caso Ruby, che doveva iniziare oggi.
I giudici della quarta sezione penale presieduta da Giulia Turri hanno avuto giusto il tempo di ascoltare la richiesta di costituzione di parte civile dell’associazione Arcidonna e di rinviare la causa alla prima data utile visti gli altri impegni processuali del premier.
Il presidente del Consiglio, tramite il suo collegio difensivo, ha fatto avere alla corte una lettera nella quale spiega di non poter essere presente in aula per impegni istituzionali ma consentendo comunque lo svolgimento dell’udienza. “Ruby Rubacuori” ha deciso di non costituirsi parte civile al processo a carico del premier. Lo hanno fatto sapere i suoi legali in aula. Era presente in aula l’avvocato Luca Genitili, ledale di uno dei funzionari della questura, Giorgia Iafrate, che si è occupata della minorenne marocchina quella famosa notte tra il 27 e il 28 maggio scorsa, quando il premier avrebbe fatto pressioni per il suo rilascio.Iafrate, infatti, come hanno ricordato i giudici nell’udienza, è persona offesa del reato di concussione. Non erano presenti invece nè gli altri funzionari della questura nè i loro legali.
Già a oltre un’ora dall’apertura del processo, l’aula era gremita di giornalisti arrivati a Milano da tutti i continenti. Secondo una procedura studiata per l’occasione, a partire dalle 7.40, ciascun cronista è stato identificato e dopo una mezz’ora è stato concesso l’ingresso in tribunale solo su chiamata nominale. Alle televisioni non è stato consentito però di essere presenti con le loro telecamere. Il procuratore generale di Milano, Manlio Claudio Minale, ha infatti mantenuto la sua posizione, confermando da responsabile della sicurezza del palazzo di giustizia il divieto di ingresso a cine-operatori e fotografi. Il no però non è definitivo. Infatti, si sta lavorando a una mediazione per il prosieguo del processo, ammettendo la sola Rai, servizio pubblico, che poi passerebbe le immagini alle altre emittenti.
BERLUSCONI: “PROCESSO VA SOSPESO”. Ora il processo va sospeso, i giudici non possono ignorare la volontà del Parlamento. Silvio Berlusconi, secondo quanto trapelato, così avrebbe commentato con i suoi la decisione dell’Aula della Camera, che ha votato a favore del conflitto di attribuzione sul ‘caso Ruby’. Ai capigruppo riuniti a palazzo Grazioli ha spiegato che non bisogna cadere nelle provocazioni. Il premier ha però sottolineato l’importanza del pronunciamento dell’Aula e, nei suoi colloqui privati, non ha rinunciato ad esprimere le sue opinioni sull”assalto’, a suo dire, in corso contro il governo.
Nel mirino del Cavaliere la decisione del Plenum dell’organo di autogoverno della magistratura di discutere e deliberare sulla prescrizione breve: secondo il premier è inaudito e irrituale che il Csm discuta di un provvedimento della maggioranza che non è ancora legge. Ma al capo del governo non è sfuggito nemmeno il richiamo del Colle sulla riforma della giustizia, provvedimento che è stato spedito al Quirinale e che potrebbe contenere anche la norma sulla responsabilità civile dei magistrati.
Il Cavaliere ha rimarcato con i suoi interlocutori il fatto che c’è chi dovrebbe intervenire per vigilare e tutelare tutti i poteri dello Stato e non solo salvaguardare l’autonomia della magistratura. Il riferimento è alla pubblicazione di nuove intercettazioni sul ‘caso Ruby’. Si tratta – questo il suo ragionamento – di una grave violazione delle prerogative del Parlamento.
Berlusconi è convinto di essere vittima di una persecuzione: al vertice dei capigruppo a palazzo Grazioli a chi gli ha fatto notare l’esclusiva del ‘Corriere’ ha allargato le braccia: cosa ci posso fare?, ha chiesto ironicamente. Contro di me c’è un brigatismo giudiziario. Continueranno – ha sostenuto – per tutta la durata del processo a buttare fango perché sanno di non avere nulla in mano.
Il premiercomunque è determinato a portare a casa il processo breve: non dobbiamo – ha ripetuto – in alcun modo mollare su questo punto.