ROMA.“Ho preso atto della sconfitta – dice il premier Silvio Berlusconi parlando ai giardini del Quirinale per la festa della Repubblica – Sono sicuro però che non ho mancato in nulla se non nel comunicare, io ho avuto una condotta super.
Sono assolutamente fiducioso, abbiamo una maggioranza per fare le riforme e mi metterò a comunicare tutte le settimane”. “C’è stata una tenaglia impressionante di carta stampata, radio e tv contro di me – sostiene Berlusconi – Non avevo nessuna tv a favore. Le reti Mediaset si sono tenute lontanissime e non hanno influito, le altre le avevo tutte addosso e dovevo lavorare, mentre le opposizioni avevano tv a favore e non facevano altro”. “Dopo i risultati a Milano e a Napoli, cinicamente mi viene da dire: ora vedranno come sarà il governo in quelle città”.
Berlusconi non è preoccupato dei prossimi passaggi parlamentari che dovranno confermare la robustezza della maggioranza. “Zero problemi – dice – Ho la maggioranza e per fare la riforma del fisco, quella delle istituzioni e anche quella della giustizia che è già impostata. Abbiamo la maggioranza in Parlamento”.
“Sul partito ci saranno novità domani – dice il premier – Ho idee molto chiare. Non voglio scontentare nessuno, credo che adesso bisogna stare tutti uniti, ma dobbiamo tornare ad avere una presenza sul territorio come era nel ’94”. Il premier rimarca il fatto che in passato “nel partito io non ho mai deciso nulla”.
“Con Bossi tutto bene, ci siamo sentiti a colazione noi siamo al governo e faremo le riforme – dice Berlusconi – Faremo la riforma del fisco” assicura Berlusconi parlando con i giornalisti nei giardini del Quirinale per la festa della Repubblica. E Se Tremonti non aprisse i cordoni della borsa? “Li faremo aprire. Non è Tremonti che decide. Lui propone” dice il premier.
“Non mi sono mai occupato di referendum, vedremo ciò che il popolo vuole – afferma Berlusconi – Io sono convinto che il futuro sia nel nucleare, ma se la popolazione non vuole non vuole, non è facile decidere, se la gente diffida non possiamo obbligarla. Anche in Germania si è diffusa la psicosi del rischio dopo il Giappone e chi è al governo con dispiacere si è dovuto adeguare”.
“Sarebbe facile ridurre le imposte – dice il premier – se facessimo ciò che fanno gli altri Paesi sulle pensioni o sull’impiego pubblico. Ma noi non siamo intenzionati a farlo anche se faremo la riforma del fisco”.
“Obama mi ha detto: se cadi, cadi in piedi”. “Io devo spiegare, quando giro il mondo, agli altri leader perché sono coinvolto in 31 processi. E comunque Obama mi ha detto “non ti faranno cadere, ma sono sicuro che se cadi, cadi in piedi””.
“Speriamo che giudichino secondo l’oggetto della sentenza e non secondo chi è amico e chi no” risponde il premier ad una domanda dei giornalisti sul Lodo Mondadori.
“Se uno dei miei figli pensasse di fare politica lo diserederei” dice il presidente del Consiglio. “Oggi ho avuto da me i miei figli. Sono venuti solo per dimostrarmi la loro vicinanza. Li tengo a cena stasera e poi tornano. Siamo una famiglia unita. Anche Eleonora voleva venire dagli Usa. Ho figli belli e buoni che mi hanno dato nipoti super”.
Gli investimenti dell’esecutivo per la riforma fiscale? “Dipende dal tipo di riforma”. Umberto Bossi risponde così ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sarà disposto a “mettere i soldi” per la riforma del fisco auspicata ieri dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Dipende da cosa si intende per riforma del fisco” dice il leader della Lega.
Il governo va avanti? “Per ora sì. Tranquillo? Non lo so”. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, risponde così ai cronisti a Montecitorio e si dice fiducioso sulla tenuta dell’esecutivo, pur non nascondendo qualche perplessità.
“Non sono preoccupato. Ci è già capitato di andare sotto e poi tornare su – dice il leader della Lega Nord, Umberto Bossi – Ad essere vecchi c’è un vantaggio: hai già vissuto le cose”. Ma con Berlusconi ce la si fa a risalire?, chiedono i cronisti. Il senatur sorride e fa una pernacchia prima di entrare in auto e lasciare Roma.