NAPOLI.Luigi Bisignani, l’ex giornalista e uomo d’affariarrestato nell’ambito dell’inchiesta P4, tira in ballo negli interrogatori coloro che abitano nei “piani alti” della politica, tra cuiil presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il vicepresidente vicario di Fli Italo Bocchino.
Secondo Bisignani, Berlusconi si sarebbe attivato ‘con qualcuno’ dell’Aise, l’Agenzia dei servizi segreti esterni, per dare una mano al maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta sulla P4. Lo stesso La Monica che sarebbe stato raccomandato al premier da ValterLavitola, direttore del quotidiano L’Avanti, a sua volta indagato per aver sollecitato La Monica a fornirgli informazioni riguardanti un presunto coinvolgimento dell’ex governatore della Campania, Antonio Bassolino, in una indagine sul termovalorizzatore di Acerra. Le notizie – si legge nel capo d’imputazione formulato dai Pm di Napoli – dovevano essere pubblicate ”per danneggiare la reputazione di Bassolino”.
Inoltre, sempre secondo quanto riferito da Bisignani, sarebbe stato Italo Bocchino a rivelargli che la procura di Napoli stava indagando su Alfonso Papa, il deputato Pdl anch’egli coinvolto nell’inchiesta. “Un giorno l’onorevole Bocchino, mio caro amico, mi disse di avere appreso che Papa era indagato e che a Napoli c’era un’indagine e delle intercettazioni che riguardava alcune schede procurate e diffuse dal Papa; in quel frangente anzi mi chiese se anche io avessi avuto tali schede”, racconta. A quel punto “io assunsi un atteggiamento fintamente tranquillo e volontariamente non diedi a vedere che ero preoccupato, anzi dissi che non avevo utilizzato le suddette schede”. “Bocchino parlò espressamente di un’indagine a Napoli ma non fece mai il nome dei magistrati”, spiega, “io rappresentai immediatamente tali circostanze al Papa e lui successivamente fece ulteriori accertamenti verificando la fondatezza di tali notizie”. Papa “mi disse che avrebbe parlato con un certo generale Bardi della Guardia di Finanza”, riferisce ancora Bisignani, “e che ne avrebbe parlato con il suo amico dottor Miller”.
La versione di Bisignani è stata però smentita dallo stesso Bocchino, anche lui ascoltato dai magistrati il 14 marzo. “Rispondo – ha chiarito il parlamentare di Fli – che l’affermazione del Bisignani risulta imprecisa e che il Bisignani abbia riassunto più colloqui”. In un primo tempo, prosegue, “mi limitai a dire al Bisignani che vi erano semplicemente delle voci generiche e vaghe su talune attenzioni giudiziarie sull’onorevole Papa da parte della procura di Napoli. Ricordo invece che della vicenda delle schede intercettate io parlai con il Bisignani successivamente, dopo che tale notizia era uscita sui giornali”.
Sempre stando a quanto emerge dagli interrogatori resi dal manager ai pubblici ministeri e inviate dal tribunale di Napoli alla Camera a sostegno della richiesta di arresto del deputato del Pdl, il legame tra lui e Papa sarebbe nato sulla base di uno scambio tra favori e sostegno alla candidatura a deputato. “Conobbi occasionalmente il Papa – ha raccontato – e strinsi rapporti con il Papa quando ebbi alcuni problemi giudiziari con la procura di Nola riferiti alla dottoressa Tucci, cui io ero legato, e riferito a vicende societarie di società nel nolano; da quel momento il Papa cominciò a proporsi per darmi notizie; il Papa insomma da una parte si proponeva e proponeva di adoperarsi nel mio interesse e dall’altro mi dava indicazioni spesso infondate”.
Bisignani ha riferito anche dei rapporti che Papa avrebbe avuto nell’ambito della magistratura. “Mi consta che il Papa era molto amico dell’allora Procuratore aggiunto di Roma Achille Toro e del figlio Camillo; al riguardo più volte il Papa mi chiese di poter trovare qualche incarico al suddetto Camilo Toro”, ha riferito. Nel verbale spunta anche il nome di Denis Verdini. “A proposito del Verdini, tengo a precisare che il Verdini medesimo cominciò a stringere i suoi rapporti con il Papa, che fino a quel momento aveva calcolato poco, da quando il Papa stesso cominciò a proporre il suo interessamento e la sua possibilità di intervento sulle vicende giudiziarie che riguardavano lo stesso Verdini…”.
E il deputato del Pdl si sarebbe interessando anche all’inchiesta sull’ex direttore generale della Rai Mauro Masi. “Ancora il Papa, sempre tramite me, si è proposto di interessarsi di prendere notizie e di intercedere anche a proposito delle vicende giudiziarie riferite a Masi per ciò che riguarda la procura di Trani”, ha raccontato, “il Papa venne da me e mi disse di avere acquisito informazioni rassicuranti e io le ‘girai’ al Masi”. A Trani, sempre a quanto si legge nella deposizione, Papa aveva saputo che “non c’era da preoccuparsi”.