P4: rapporti con Guardia di Finanza e pm, ricatti ad imprenditori

di Redazione

Luigi BisignaniROMA. Nuove indiscrezioni sui giornali sull’inchiesta sulla presunta P4 che ha portato ai domiciliari Luigi Bisignani e alla richiesta di custodia cautelare in carcere per Alfonso Papa, deputato eletto nel Pdl.

Un’inchiesta su una presunta associazione segreta, i cui membri avevano rapporti ad alti livelli nel mondo della politica, pubblica amministrazione e dell’impresa, che raccoglieva informazioni riservate e le usava per esercitare pressioni, ricatti e ottenere vantaggi personali. Una nuova bufera che ha coinvolto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta che, secondo indiscrezioni, sarebbe stato il referente principale di Bisignani.

In primo piano sui quotidiani di venerdì 17 giugno i rapporti di Luigi Bisignani con la Guardia di Finanza e i giudici. Alfonso Papa sarebbe stato il suo contatto per costruire la rete. “Non c’è dubbio che i canali informativi di Alfonso Papa erano prevalentemente nella Guardia di Finanza. Al riguardo, lui aveva rapporti con ufficiali del Corpo”. Queste le parole che Bisignani avrebbe detto, secondo quanto riporta Repubblica. Il legame tra Papa e la Guardia di Finanza risale al 2001 quando giovanissimo pm, lascia Napoli per assumere l’incarico di vice-capo di Gabinetto del ministro di Giustizia Roberto Castelli. Da lì in avanti dieci anni di lavoro per agganciare lo stato maggiore della Guardia di Finanza. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro “il parlamentare del Pdl diceva di conoscere e vedere i generali Adinolfi, Barbi e Mainolfi”. Tra gli amici di Papa, secondo quanto riportano sia Repubblica sia il Corriere della Sera citando dichiarazioni di Bisignani, ci sarebbe anche l’ex direttore del Sismi Niccolò Pollari. Non solo. L’ex parlamentare Alfredo Vito avrebbe messo a verbale: “La candidatura di Papa fu conseguenza di un intervento diretto di Pollari, lui era legato ai servizi segreti”. Il Corriere della Sera pubblica una pagina dei tabulati relativi alle intercettazioni in cui Papa farebbe riferimento a un appuntamento con “quel generale”.

Per quanto riguarda invece i contatti con i pm, Papa avrebbe avuto stretti legami con le Procure di Roma, Napoli, Trani, Bari e Milano. In particolare, in un articolo di Repubblica a firma di Francesco Viviano, si citano i nomi del procuratore aggiunto di Roma Achille Toro e del figlio Camillo. L’ex presidente della Corte d’appello di Salerno Umberto Marconi, anche lui coinvolto nell’inchiesta sulla P3, avrebbe detto al collega Woodcock secondo quanto riportano sia Repubblica sia il Corriere della Sera: “Sono certo che Papa abbia spiegato e spieghi le proprie energie intrecciando rapporti con i carabinieri, con i servizi segreti.. concentrato sempre ad agire sull’ombra. Papa ha praticamente a disposizione delle truppe che utilizza per perseguire i suoi scopi personali”.

La Stampa parla anche di ricatti che Papa avrebbe fatto ad alcuni imprenditori. Come Vittorio Casale, che “per un paio di anni ha pagato a Papa la garconnière di via Giulia a 800 euro al mese. In cambio Papa gli aveva promesso soluzione ai suoi problemi giudiziari. E’ stato arrestato”. Sul quotidiano anche un ritratto di Alfonso Papa dal titolo “Il trafficante di segreti che mancava alla destra”.

Sui giornali vicini al centrodestra continuano invece a sostenere che tutta l’inchiesta sia solo un modo per mettere in difficoltà il governo. “Svolazzano attorno a Berlusconi. E’ il momento dei corvi. Basta leggere Repubblica per capire: nell’inchiesta sulla presunta loggia P4 tirano in ballo Letta per colpire il premier” titola il Giornale. Libero invece riprende una storia pubblicata ieri da l’Espresso e gli dedica la prima pagina: “Il bunga bunga dell’Idv. Una giovane disoccupata accusa il senatore Pedica e il deputato Zazzera: “Mi hanno estorto sesso promettendomi un lavoro. Che non ho mai visto”.

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