Napoli, protestano dipendenti ristoranti chiusi. Interrogato Pisani

di Redazione

Vittorio PisaniNAPOLI. “Regina Margherita Group: pane quotidiano per tante famiglie. Ridatecelo!”. E’ lo slogan riportato su uno striscione durante la protesta di circa 80 lavoratori dei ristoranti “Donna Margherita” e “Regina Margherita” di Napoli, sequestrati e chiusi lo scorso fine settimana nell’ambito di un’operazione contro il riciclaggio e usura.

I dipendenti (camerieri, cuochi e impiegati) hannomanifestato pacificamente nei pressi del ristorante “Regina Margherita” di via Partenope.

INTERROGATO PISANI. È cominciato, davanti al gip Maria Vittoria Foschini, l’interrogatorio di garanzia dell’ex capo della Squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, destinatario di un’ordinanza di divieto di dimora nell’ambito di un’inchiesta della Dda su una presunta attività di riciclaggio. Pisani è accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreto di ufficio. Il dirigente è assistito dagli avvocati Vanni Cerino e Rino Nugnes. All’interrogatorio partecipano anche i pm della Dda Sergio Amato ed Enrica Parascandolo. Al dodicesimo piano dell’ufficio gip sono presenti diversi carabinieri per impedire l’accesso ai giornalisti.

MANTOVANO: “CASO PISANI DESCRIVE ESISTENZA PROBLEMA”. E’ “inevitabile e anzi doveroso”, dice il sottosegretario al ministero dell’Interno, Alfredo Mantovano, oggi in visita alla Questura di Napoli, “per gli uomini della polizia giudiziaria il contatto con ambienti criminali per ricavarne fonti informative necessarie per catturare latitanti, individuare beni da confiscare, dimensioni e dinamiche di traffici di stupefacenti e altro. Tutto questo appartiene a una sfera che va rispettata e non va criminalizzata”. Ecco anche perche’ il caso che coinvolge Pisani “non e’ accidentale e isolato”. “Il caso specifico che coinvolge Pisani – ha spiegato Mantovano – descrive l’esistenza di un problema che va affrontato, un problema di chiarificazione dei termini, dei ruoli, delle figure del confidente e del collaboratore”. Il sottosegretario ha ricordato come queste problematiche non si siano manifestate soltanto in occasione della vicenda relativa all’ex capo della Squadra Mobile di Napoli Vittorio Pisani. “Non e’ un caso – ha concluso Mantovano – se in questo momento a Palermo l’ex capo dei Ros, che ha catturato Riina, e’ sotto processo per fatti collegati al suo ufficio, se in altre sedi giudiziarie funzionari di polizia sono sotto processo per vicende di ordine pubblico, se l’attuale capo dei Ros ha ricevuto una condanna e attende esiti dei giudizi successivi, ma per una lettura in chiave illecita di atti concernenti il proprio ufficio”. Un tema che dunque Mantovano ritiene sia “doveroso da affrontare nella sua oggettivita’ piuttosto che scatenare polemiche sul singolo caso”.

“PISANI AMAREGGIATO, CONVINTO DI CHIARIRE”.Mantovano ribadisce la fiducia nell’operato e nella persona di Pisani, “funzionario che come dicono magistrati valorosi che hanno avuto occasione di fruire della sua collaborazione, e’ tra i migliori capi della Mobile d’Italia”. Il sottosegretario, cosi’ come il ministro Maroni, ha avuto modo di incontrare Pisani nei giorni scorsi e in merito al suo stato d’ animo ha riferito di “una profonda amarezza”, ma anche “della convinzione di poter chiarire al piu’ presto la correttezza del proprio operato”. Tuttavia, il sottosegretario ha sottolineato come “il danno ormai e’ fatto e Pisani non e’ piu’ il capo della Mobile e – ha concluso – non perche’ nell’ambito della fisiologia dei rapporti interni della struttura sia stato promosso e destinato ad altra sede, ma il suo allontanamento e’ a seguito di un evento traumatico”. In merito alla vicenda giudiziaria che vede coinvolto l’ex capo della Mobile, che oggi sara’ ascoltato dai giudici di Napoli, il sottosegretario ha affermato che e’ necessario “lasciar lavorare i magistrati”, ma al tempo stesso, ha auspicato che ci sia “una chiarificazione processuale piu’ rapida possibile perche’ se ci sara’ chiarificazione, ci sara’ il riconoscimento a Pisani della linearita’ del lavoro svolto”. Un’affermazione che il sottosegretario Mantovano ha precisato “non vuole essere una sostituzione del giudizio, ma un auspicio”.

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