Prete arrestato per violenza sessuale, Arcivescovo attende esito indagini

di Nicola Rosselli

l'Arcivescovo Mario Milano AVERSA. “Non è che non voglio dire nulla, non posso dire nulla visto che ci sono ancora le indagini in corso”. L’Arcivescovo di Aversa Mario Milano interviene, dopo tre giorni, sulla vicenda dell’arresto di don Marco Cerullo per violenza carnale aggravata ai danni di un ragazzino di 12 anni di Villa Literno.

Preferisce non prendere ancora posizione ufficiale la Curia normanna sul presunto scandalo che riporta la Chiesa aversana con la mente allo scandalo del famigerato “gioco dello scarpone” che si giocava nel seminario vescovile negli anni sessanta. L’addetto stampa della Diocesi, raggiunto telefonicamente, ha affermato di non aver ricevuto alcun comunicato da diramare sulla vicenda. Insomma, un silenzio assordante quello della Chiesa aversana soprattutto quando non viene spesa nemmeno una parola, pubblica almeno, per quel povero ragazzino e per la sua famiglia che trascorreranno non solo un bruttissimo Natale, ma avranno un incubo indelebile che gli segnerà la vita. Non si risolvono i problemi stando zitti, mettendo la testa sotto la sabbia. Anche se si parla di una visita al vice parroco in carcere da parte del prelato, mentre la stessa attenzione, da quanto è dato sapere, non è stata concessa alla vittima. Invece, ufficialmente, la Diocesi aversana non prende posizione, anche se, a livello ufficioso, il primo sentimento che viene esternato è di incredulità tenuto anche conto dell’alta considerazione che il presunto violentatore aveva non solo presso i propri fedeli, ma anche presso i suoi colleghi sacerdoti che lo ricordano dedito al volontariato e allo studio. Ed è proprio questo quanto riferito da un monsignore che ha anche un importante incarico presso la curia normanna. “Conosco don Marco da prima che fosse nominato sacerdote, quando era in seminario ad Aversa e, poi, alla facoltà teologica di Posillipo. Non mi ha mai fatto pensare che potesse avere problemi di questo tipo. Ancora oggi sono incredulo per quanto dicono sia avvenuto. Non mi sembra vero che don Marco possa avere effettivamente commesso quanto gli viene addebitato. Certo è che solo Dio può conoscere la verità”. Verità che deve essere conosciuta, purtroppo e meno male, anche dalla legge.

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