Cesaro indagato per camorra? Lui smentisce: “Solo fango”

di Redazione

Luigi CesaroNAPOLI. Il presidente della Provincia di NapoliLuigi Cesaro sarebbe indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli per reati di camorra.

Lo scrive il quotidiano napoletano Il Mattino con un articolo firmato dalla giornalista Rosaria Capacchione che da due anni vive sotto scorta perché minacciata dai Casalesi. Il dettaglio su Cesaro emerge dalle 300 pagine di un verbale di interrogatorio del 25 marzo scorso nelle quali Michele Santonastaso – avvocato penalista accusato di associazione camorristica e in carcere da dieci mesi – parla della sua carriera, sempre in bilico tra legalità e illegalità, e ricostruisce l’antefatto del primo, timido e subito abortito avvio di pentimento di Luigi Guida, camorrista della Sanità che il boss dei CasalesiFrancesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”, aveva cooptato nell’omonima fazione del clan fino a farlo diventare reggente. Antefatto che porta la data dell’autunno 2006, ma che getta nuove ombre su indagini ancora in corso e su una prevedibile bufera giudiziaria che – scrive sempre Il Mattino – potrebbe toccare amministratori comunali e il presidente della Provincia di Napoli Cesaro sul quale pesa già il coinvolgimento – seppur indiretto – nelle vicende politiche e criminali di Quarto collegate alle attività del clan Polverino.

Ora Cesaro, insieme ad altri, compare nel registro degli indagati per reati di camorra in un’inchiesta della Dda di Napoli. Inchiesta che – nota Capacchione – vista la pubblica discovery di alcuni atti, sarebbe la sintesi di quanto raccolto dagli investigatori che indagano sui Casalesi, sui Polverino e sui clan di Sant’Antimo e Aversa e che sarebbe ormai arrivata alle battute finali. Il verbale di interrogatorio di Santonastaso è stato depositato integralmente nel processo a carico di Carmine D’Aniello, avvocato penalista arrestato l’anno scorso con l’accusa di aver abusato del suo ruolo per favorire il boss Bidognetti.

I PIP DI LUSCIANO. Le dichiarazioni del pentito Luigi Guida (che inizia a collaborare nel 2009) su Cesaro sono ancora in parte segrete mentre quelle depositate in altre procedimenti risultano ancora coperte da omissis. Non lo sono però, quelle di Santanastaso che ha difeso anche il boss della Sanità. Il penalista casertano racconta che, fuori verbale, Guida parlò della vicenda del Piano di insediamenti produttivi (Pip) di Lusciano, degli interessi della famiglia Cesaro nell’affare immobiliare da 50 milioni di euro e delle manovre dei Casalesi. In quell’occasione però, Guida si rifiutò di citare i nomi dei politici coinvolti. Nomi che fece successivamente nei colloqui con il suo difensore – Santonastaso – e in una lettera.

CESARO SMENTISCE: “SOLO FANGO SU DI ME”. “Io indagato? Se così fosse, ad informarmi sarebbe stata la rassegna stampa notturna di Rete 4 che riportava un articolo di un quotidiano napoletano, perchè allo stato non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Il copione è sempre lo stesso: il processo mediatico prima dell’eventuale comunicazione dovuta dagli organi giudiziari”. Queste le prime parole del presidente Cesaro riferite alle indiscrezioni di stampa “che lo vorrebbero coinvolto in un’inchiesta giudiziaria della Procura di Napoli”. “Comunque – continua Cesaro – le premesse poco importano. Se effettivamente il mio nome fosse coinvolto nell’inchiesta giudiziaria della Dda di Napoli, la mia collaborazione con i magistrati, di cui ho assoluta fiducia, sarebbe totale e immediata. La mia linea difensiva si baserebbe su due concetti elementari: primo, non conosco assolutamente i personaggi che mi chiamano in causa, nè questo presunto avvocato dei boss Michele Santonastaso, nè tanto meno il pentito Luigi Guida; secondo, mancherebbe il corpo del reato, perchè nè io nè alcun componente della mia famiglia abbiamo portato a termine alcun affare da 50 milioni di euro su terreni resi edificabili a Lusciano, nè ovviamente avremmo conseguentemente pagato alcuna tangente al clan Bidognetti, di cui diffido chiunque a fare accostamenti con la mia persona”.

“Insomma, – aggiunge Cesaro – manca il corpo del reato ed i collegamenti di un presunto teorema che mi tirerebbe in ballo in questa vicenda giudiziaria dai contorni torbidi. In conclusione, posso solamente dire che sono assolutamente sereno perchè questa è una storia, d’altronde vecchia e già ampiamente smentita, che non rischia assolutamente di macchiare la mia onorabilità. Anzi, a questo punto, sono io che chiedo ai giudici, se ritenessero effettivamente di indagare sulla mia persona, di ascoltarmi al più presto per chiarire definitivamente la mia posizione, come già ho più volte chiesto nel passato. Ma sono anche amareggiato per l’ennesimo copione già scritto e già letto, che vede ondate di fango colpire un uomo dello Stato in maniera provvisoria, superficiale ed infamante”. “Non voglio consentire a nessuno – conclude Cesaro – di inficiare specialmente il lavoro fatto in un ruolo istituzionale che ricopro con scrupolo e profonda attenzione da due anni a questa parte alla Provincia di Napoli, in un momento quanto mai delicato per la vita politica e sociale della nostra area metropolitana”.

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