Firenze, agguato in Curia: l’arma puntata alla testa del vescovo

di Redazione

l'arcivescovo Giuseppe BFIRENZE.La città di Firenze è ancora sotto choc per l’agguato in Curia contro l’arcivescovo Giuseppe Betori e il suo segretario don Paolo Brogi avvenuto venerdì sera.

La notte è passata tranquilla per don Brogi, ferito all’addome e che ha subito un intervento. Per lui è slittato l’interrogatorio, in attesa che migliorino le sue condizioni. Intanto, gli investigatori cercano di ricostruire precisamente la dinamica dell’agguato. L’aggressore, dopo aver fatto fuoco contro il segretario dell’arcivescovo, ha puntato la pistola contro la nuca di Giuseppe Betori ma per qualche motivo l’arma non ha sparato, forse si è inceppata. L’uomo sarebbe fuggito perchè ha visto che si stava chiudendo il cancello automatico da cui si accede, dopo un portone, al cortile del palazzo della Curia dove c’è stato l’agguato. Potrebbe conoscere le abitudini e gli orari dell’arcivescovo. L’ingresso principale del palazzo arcivescovile è in piazza San Giovanni, davanti al Battistero. Solo gli “addetti ai lavori” sanno che per gli spostamenti in auto l’arcivescovo e i suoi collaboratori escono dal cancello automatico posto sul retro dell’edificio, nella piccola piazza dell’Olio.

LA RICOSTRUZIONE DI BETORI.Freddezza e lucidità: le ha avute l’arcivescovo di Firenze al momento dell’agguato subito nel cortile della Curia. Lo si intuisce dal racconto di Betori. “Ho avuto il dono dal Signore, mi ha aiutato ad affrontare la situazione con grande padronanza e ho escluso pericoli”.”Io obiettivo dell’attentatore? Voleva solo parlarmi, ma quando gli ho detto facciamolo, non ha saputo pronunciare frasi”. “Non ho paura e sono sereno – ha continuato – Il Signore mi fa la grazia di affrontare questo momento con grande serenità”, ha aggiunto Betori. “Don Paolo Brogi, è molto sereno e sta bene. Anche la mamma di Don Paolo – ha detto Betori – mi ha detto che suo figlio sente una grande serenità che gli viene dalla fede”. L’arcivescovo ha ringraziato i medici e i tanti vescovi che hanno manifestato a Don Paolo e a lui vicinanza. Betori ha rivolto un pensiero anche ai fedeli, ai sacerdoti e alla città. “Ringrazio tutti i sacerdoti e i fedeli che si sono stretti a me e Don Paolo, ma anche tutta la città sento vicina: tutte le autorità cittadine che si sono strette a me. Ringrazio tutti”. “Ringrazio il Santo Padre che mi ha fatto avere la sua vicinanza attraverso il suo segretario”. Betori ha ringraziato anche i cardinali Bagnasco e Ruini per aver manifestato solidarietà e vicinanza. La Curia ha fatto sapere che l’arcivescovo ha confermato tutti gli appuntamenti pubblici che aveva in agenda, tra cui un incontro in Palazzo Vecchio.

LE INDAGINI. La polizia amministrativa della questura di Firenze sta verificando, partendo dai suoi archivi, tutti i possessori di pistole calibro 7,65 residenti nella provincia. È una delle attività di indagine in corso. Proseguono le attività della polizia scientifica, in particolare sotto il profilo balistico. Dopo i rilievi nel cortile della Curia, la scientifica sta esaminando il bossolo espulso dopo lo sparo dall’arma e trovato sul posto. Un contributo importante sotto questo aspetto potrebbe venire dall’ogiva del proiettile che ha colpito don Paolo Brogi e che al momento non ha potuto essere estratta nel primo intervento chirurgico di stanotte.

LE TELECAMERE.La squadra mobile, in collaborazione con la Digos, sta visionando filmati di telecamere situate nelle vie adiacenti al palazzo dell’Arcidiocesi, in piazza del Duomo. Si tratta di sistemi di videosorveglianza di negozi e banche da cui ipoteticamente l’aggressore in fuga, o anche in arrivo, potrebbe essere stato ripreso. Nessuna telecamera è invece presente nell’androne della porta carraia da cui l’auto del vescovo accede al cortile. Gli investigatori cercano un uomo sulla settantina, con un po’ di barba, che venerdì sera era vestito con una giacca nera e un cappellino di lana. Le ricerche delle volanti sono comunque continuate per tutta la notte.

RILASCIATI I SEI FERMATI. Nessun fermo di pg per i sei uomini bloccati dopo l’agguato contro il vescovo Betori e il suo segretario dentro il cortile della Curia. La questura di Firenze ha rilasciato dopo l’identificazione e una serie di accertamenti i sei uomini controllati e portati negli uffici della squadra mobile. Tutti sono stati sottoposti a stub da parte della polizia scientifica per verificare se qualcuno di loro avesse sparato. Tra loro anche il clochard trovato con una scacciacani.

IL PROCURATORE: “POCO PLAUSIBILE AZIONE ORGANIZZATA”. “Si può pensare a tutto ma valutando modalità e tempi al momento non ci sembra plausibile pensare a una cosa organizzata o strutturata”. Lo ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi parlando con i giornalisti dell’agguato. Quattrocchi ha spiegato che al momento “ogni ipotesi sarebbe abusiva”. L’ipotesi di reato è tentato omicidio. Alla luce dei primi risultati investigativi in procura si spiega che “si predilige la pista dello squilibrato”. A far supporre che l’autore dell’aggressione fosse un balordo lo lascerebbe pensare anche il fatto che Betori avrebbe detto agli investigatori di non aver subito minacce nei ultimi tempi e che in ambienti della curia, negli ultimi giorni, a presidio della sede arcivescovile.

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