Mafia, Messina Denaro sempre più isolato: 11 arresti

di Mena Grimaldi

Matteo Messina DenaroPALERMO. Matteo Messina Denaro, l’ultimo capo indiscusso della mafia, latitante dal 1993, è sempre più solo.

All’alba di venerdì una vasta operazione antimafia, condotta dai carabinieri del Ros, ha portato all’arresto di undici persone nel trapanese. Tra questi anche il sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, il boss di Campobello, Leonardo Bonafede, detto “’U Zu Nardino”, ed altri componenti del clan: Filippo Greco, noto imprenditore di Campobello ritenuto il consigliere economico della cosca, Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina.

L’ordinanza è stata eseguita anche nei confronti di Calogero Randazzo, Gaspare Lipari e Vito Signorello. Secondo gli inquirenti, la famiglia mafiosa di Campobello di Mazara avrebbe tenuto uno stretto collegamento con il boss latitante e attraverso un pervasivo controllo del territorio sarebbe riuscita a infiltrare progressivamente le attività imprenditoriali ed economiche dell’area. Per non destare sospetti il sindaco aveva deciso di fare costituire il Comune parte civile nei processi a carico di Messina Denaro e nelle occasioni ufficiali si scagliava contro Cosa nostra.Nella sua stanza anche due poster dei giudici Falcone e Borsellino.

“In realtà – ha spiegato il procuratore aggiunto Maria Teresa Principato – dava il suo sostegno economico alle famiglie mafiose del territorio vicine a Matteo Messina Denaro”.Ad inchiodare il primo cittadino ci sarebbero numerose intercettazioni telefoniche. In una di esse, la moglie di un boss, parlando con un parente, cita proprio il sindaco come colui che le avrebbe fatto avere biglietti aerei gratis per incontrare il marito detenuto in un carcere al Nord Italia.

L’operazione “potrebbe contribuire a destabilizzare il meccanismo che continua a proteggere il boss, spesso difficile da penetrare”, ha detto il Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, a margine della conferenza stampa per gli arresti di oggi. “E’ un’operazione importante perché alcuni soggetti coinvolti sono riferibili proprio a Messina Denaro. Spero che concorra a chiarire il meccanismo di complicità che segue il latitante”, conclude. Dall’inchiesta, coordinata dal Procuratore aggiunto di Palermo, Maria Teresa Principato, dai pm Marzia Sabella e Pierangelo Padova, è emerso che“ci sono tantissimi cittadini di Castelvetrano che hanno una sorta di adorazione per Messina Denaro. E non soltanto uomini vicini a Cosa nostra, ma persone della media borghesia e di studenti che nulla hanno a che vedere con Cosa nostra. Insomma, c’è una sorta di mito nei confronti del boss”.

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