Articolo 18, Marcegaglia: “Anomalia l’istituto del reintegro”

di Redazione

Emma MarcegagliaROMA. La riforma del mercato del lavoro “è un tema molto sentito” dalle imprese e mercoledì “al ministro Fornero consegnerò una serie di dati che dimostreranno il problema di competitività che abbiamo”.

Lo ha detto la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, al termine del direttivo, spiegando che Confindustria ha preparato “un documento di benchmark con i Paesi europei su tre temi: flessibilità in entrata, ammortizzatori sociali, flessibilità in uscita. I dati dimostrano alcune anomalie con l’Europa”.

L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ha sottolineato Marcegaglia, “è un tema ideologico e oggi non vogliamo affrontare questo argomento. L’articolo 18 – ha rincarato il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei: “Non è un tema; non lo porteremo al tavolo. È tutto il tema delle relazioni industriali ad essere al centro dell’incontro di mercoledì sera. Sentiamo cosa ci dicono. Porteremo solo dati: l’anomalia è sull’effettivo uso del reintegro” per quel che riguarda il lavoratore licenziato. “In alcuni Paesi – ha aggiunto Marcegaglia – il reintegro viene utilizzato solo in caso di licenziamento discriminatorio, come, ad esempio, previsto in Francia”.

La presidente di Confindustria presenterà un documento sulle differenze tra l’Italia e i principali Paesi dell’Unione europea in materia di flessibilità in entrata, ammortizzatori sociali e flessibilità in uscita. Insieme a questo documento, porterà anche un set di dati “che dimostrano il grande problema di competitività che ha il Paese”. “I dati – ha aggiunto – dimostrano che sulla flessibilità in entrata ci sono delle anomalie e delle cose in comune con”quello degli ammortizzatori sociali è un sistema abbastanza buono. Le imprese si sono autofinanziate per cassa integrazione, mobilità e cigs”. Per Marcegaglia “abbiamo un sistema assicurativo, pagato dalle imprese, che funziona”.

Marcegaglia ha sottolineato come il reintegro del lavoratore licenziato è un’anomalia del sistema italiano. “Ho sentito parlare la Cgil di 45 forme contrattuali per l’assunzione ma non è assolutamente così, sono 15-16 in linea con l’Europa”. Quanto agli ammortizzatori sociali “i dati evidenziano che il nostro sistema è abbastanza buono”, ha sottolineato ancora il laeder degli industriali. Le imprese italiane “si sono autofinanziate la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e la mobilità”, ma sul tema “siamo disposti a ragionare”.

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