Equitalia, ancora attentati: manichini ‘impiccati’ a Roma e bombe a Napoli

di Redazione

Equitalia ROMA. Nuove intimidazioni a Equitalia. Nella notte tra lunedì e martedì, davanti alla sede di via Aurelia, a Roma, la polizia ha trovato quattro manichini “impiccati”.

I fantocci erano stati realizzati con lenzuola e disegnati. Il gestoè stato rivendicato dall’associazione di destra Roma Nord.

Durante la stessa notte, a Napoli, sono esplositre ordigni dinanzi alla sede Equitaliadi corso Meridionale. Le deflagrazioni, avvenute quasi in contemporanea, hanno rotto i vetrie divelto le saracinesche. Fortuna ha voluto chein quel momento non c’erano passanti nelle immediate vicinanze. Sul posto è intervenuta la polizia scientifica che ha effettuato i rilievi tecnici. Gli esperti hanno utilizzato un rilevatore di sostanze esplosive, a scopo cautelativo, per verificare se altri ordigni, eventualmente rimasti inesplosi, fossero stati piazzati in prossimità di altre porte della sede di Equitalia. Dagli accertamenti, tuttavia, non è emersa la presenza di alcuna sostanza esplosiva, nè tantomeno di altri ordigni.

La sede di Equitalia è al pianterreno di un edificio che si trova di fronte ad una grande sede di Poste Italiane, a pochissima distanza dalla stazione centrale delle Ferrovie. In quegli uffici viene svolta attività di riscossione dei tributi. All’interno vi è un grande salone con numerosi sportelli presso i quali, tutti i giorni, vi sono lunghe file di contribuenti che devono pagare le tasse. Lo scoppio è avvenuto davanti a tre porte, chiuse da saracinesche a maglie larghe e da vetrate interne, situate lungo via Padova, proprio all’angolo con il corso Meridionale dove c’è l’ingresso degli uffici. Gli ordigni, secondo quanto è emerso dai primi rilievi della polizia, sono stati collocati nell’intercapedine tra le saracinesche e le vetrate. A poca distanza dai luoghi dell’esplosione erano in sosta diverse automobili che non hanno riportato danni. Ciò fa ipotizzare che la potenza degli ordigni fosse limitata.

Poco più di un mese fa, nello stesso punto, fu fatto esplodere un potentissimo petardo che non provocò danni di rilievo alle strutture. In quella circostanza – erano i giorni immediatamente precedenti il Natale – nessuno si accorse sul momento che si trattava di un “attentato”, avvenuto anch’esso a tarda sera, nei confronti di Equitalia. Il giorno successivo il personale dell’Agenzia per la riscossione dei tributi scoprì i lievi danni alla vetrata ed alla saracinesca.

I PRECEDENTI. Sono gliultimi di una serie di atti intimidatori contro le sedi italiane di Equitalia. Lo scorso 5 gennaio un pacco contenente polvere da sparo e destinato a Equitalia di Caserta era stato intercettato dalle Poste, insospettitesi per la mancanza del mittente. Ancora prima, altri due attentati durante la notte di Capodanno. Nel primo caso siera trattato di un ordigno fatto esplodere davanti alla sede dell’agenzia di riscossione di via Lussemburgo, alla periferia di Foggia. La deflagrazione aveva provocato danni ingenti. Un incendio doloso aveva invece interessato il quartier generale di Equitalia a Modena. Lo scorso 9 dicembre un pacco bomba spedito nella sede romana dell’agenzia, rivendicato dalla Federazione anarchica informale, feriva il direttore generale. Pochi giorni dopo un’altra busta esplosiva veniva recapitata sempre nella sede di Roma ma intercettata da alcuni dipendenti. Nella serata di Santo Stefano, invece, attentato a Olbia, in Sardegna: un ordigno contro la sede provocava per fortuna solo pochi danni.

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