Meningite, D”Argenzio assicura sull”allarme epidemia

di Redazione

Asl Ce2AVERSA. Le notizie dei casi di meningite contagiosa che si sono verificati, recentemente in Veneto, sono fonte di agitazione e preoccupazione anche per la popolazione residente nell’Asl Ce2.

Ciò sta inducendo un aumento del ricorso, spesso ingiustificato, a pratiche di prevenzione farmacologica o vaccinale. “La meningite, infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (le meningi) è malattia generalmente di origine infettiva – dichiara il responsabile della Epidemiologia dell’Asl, Angelo D’Argenzioche può avere genesi virale o batterica. Più di 30 sono gli agenti che potenzialmente possono dar luogo a malattia, classificabili in eguale proporzione tra virus e batteri”. D’Argenzio specifica, inoltre, che le forme virali, più comuni e conseguente a fenomeni simil-influenzali, non hanno, solitamente, conseguenze gravi e si risolvono nell”arco di una decina di giorni senza necessità di terapia antibiotica. Tra le forme batteriche, più rare, ma estremamente più serie, un terzo dei casi è causato dalla “Neisseria meningitidis” (detta anche “meningococco”), che, in rarissimi casi, può essere responsabile di epidemie nelle scuole ed in altre comunità. Di tale agente ne esistono 13 diversi sierogruppi, ma solo 5 (denominati A, B, C, W135 e Y) causano meningite e altre malattie gravi; i sierogruppi B e il C sono i più frequenti in Europa. La trasmissione avviene per via respiratoria e i pazienti sono infettivi per circa 24 ore dall”inizio della terapia; il periodo di incubazione della malattia varia da 1 a 10 giorni. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore nonostante una terapia adeguata. Le persone a contatto con un malato di meningite sono ad alto rischio. L’Asl Ce2, con le proprie strutture di Prevenzione, è, di norma, allertata per identificare immediatamente i contatti stretti di qualsiasi persona eventualmente colpita da meningite ed avviare, se del caso, le previste profilassi antibiotiche. Per contrastare le meningiti da meningococco, sono attualmente disponibili vaccini quadrivalenti contro i sierogruppi A, C, Y e W135, dotati di efficacia temporale di pochi mesi ed adatti ad immunizzare i giovani e gli adulti; non esistono, invece, vaccini per prevenire le meningiti da gruppo B. Da pochi anni, inoltre, è disponibile il vaccino monovalente contro il meningococco di gruppo C, che, a differenza del precedente, è efficace già nel primo anno di vita; in alcune nazioni, dove c’è elevata incidenza di malattia, è stata introdotta la vaccinazione per tutti i nuovi nati. In Italia, dove i casi risultano meno di 10 su 100.000 ogni tre mesi non vi è indicazione alla vaccinazione di massa. L”incidenza nel nostro paese, infatti, è minore rispetto al resto d”Europa: circa 200 casi/anno, pari a 3 casi ogni 1.000.000 di abitanti rispetto a una media europea di 14/1.000.000. La maggior parte delle segnalazioni proviene dalle regioni del Nord Italia. La malattia si presenta con forte stagionalità, con picchi in inverno e primavera, e con maggiore frequenza tra bambini e adolescenti. La maggior parte dei meningococchi identificati negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo “B” (75% nel 2001, 60% nel 2002, 56% nel 2003), mentre, recentemente, si osserva un incremento dei casi da sierogruppo “C” (dati del sistema informatizzato malattie infettive dell’ISS). “A conferma della situazione epidemiologica nazionale i dati elaborati dal Servizio di Epidemiologia della ASL confermano la minore frequenza di malattia nel nostro territorio: l’incidenza globale di meningiti da meningococco, con diagnosi accertata, si attesta, in media, intorno ai 5 casi per 1.000.000 di abitanti/anno e, di questi, due terzi sono ascrivibili al meningococco B o C”, conferma il Dott. D’Argenzio. La frequenza di malattia, inoltre, è costante ed immodificata nell’ultimo triennio con 2 casi nel 2005 (di cui 1 da meningococco “C”), 2 casi nel 2006 (1 accertato da meningococco “C”) e 3 casi nel 2007, di cui 2 da meningococco “B” e 1 da “C”. Negli ultimi tre mesi, inoltre, sono stati segnalati soltanto due casi isolati di meningite, nessuno ascrivibile ad infezione da meningococco. Questi dati confermano l’assenza di qualsiasi allarme sanitario verso l’evenienza di epidemie meningococciche: è da escludere, infatti, qualsiasi possibilità di diffusione di infezione proveniente dai casi registrati nel focolaio epidemico del Veneto (comuni di Trevegnano e Vedelago), tutti dovuti a meningococco “C”, peraltro, attualmente sotto controllo”. Non vi sono, quindi, al momento, evidenze che giustificano l’adozione di misure di speciali di profilassi vaccinale e/o ambientale mentre continua ad essere garantita l’offerta in co-pagamento del vaccino antimeningococcico di tipo “C”, da parte dei centri vaccinali dei rispettivi distretti di residenza, rispettando le normali liste di attesa. I servizi dedicati del Dipartimento di prevenzione ed i Servizi vaccinali della Asl sono vigili e pronti ad intervenire qualora il quadro epidemiologico lo renda necessario, monitorando, in stretto contatto con le strutture di ricovero, il verificarsi di eventuali casi.

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