AVERSA. Quando nel mio intervento del 6 gennaio scorso immaginavo quello che sarebbe stato il consiglio comunale aperto sui rifiuti,definendolo “un rituale al quale ho già assistito troppe volte che si consumerà tra la passerella di alcuni, il protagonismo di altri, la strumentalizzazione di altri ancora”, ci furono critiche alla posizione dellUdc.
Lo afferma il commissario cittadino dellUdc, Cesario Liguori.
Rosato, Gatto e Cecere, – continua Liguori – in un loro articolo, affermarono Pezzi della maggioranza stessa di centrodestra hanno avversato tale scelta, bollandola come vana e demagogica. Tale posizione rischia di indebolire irresponsabilmente la credibilità delle istituzioni nella gestione della crisi dei rifiuti, di aumentare la distanza tra le istituzioni stesse e le legittime istanze dei cittadini, di rappresentare una politica autoreferenziale e tutta rinchiusa nella poco casta gestione del potere, di palesare istituzioni insofferenti alla domanda di partecipazione dei cittadini e che avvertono invece in tale domanda solo una fastidiosa ingerenza nella propria sfera di potere. Mi è bastato partecipare allincontro ed oggi leggere alcuni commenti per capire che non sbagliavo completamente. Chi ingenuamente si aspettava che dal consiglio comunale fossero venute proposte concrete di soluzioni al problema non poteva non restare deluso. Devo però confessare che mi aspettavo di peggio. A parte le ovvie strumentalizzazioni di parte, il prevedibile rinfacciarsi di responsabilità tra destra e sinistra, e qualche intervento di chi non ha capito che le dimensioni del problema sono più grandi di lui e che quindi il problema va affrontato con umiltà, senza saccenza e la presunzione di indicare soluzioni certe e definitive, rendendosi anche ridicolo, qualcosa di concreto nel documento dellOsservatorio è venuto fuori. Quello poteva essere il canovaccio su cui innestare la discussione e su cui stimolare gli amministratori comunali. Il messaggio però non è stato raccolto. Dico subito che non condivido limpostazione ideologica del documento basata sullassunto che è possibile, nel sistema che si dovrebbe delineare, giungere allobiettivo rifiuti zero. Che si possa e si debba perseguire una differenziata sempre più spinta è condivisibile, ma ipotizzare che nelle condizioni storico-sociali, di costume ed organizzative attuali si possa fare a meno di bruciare una parte dei rifiuti è una utopia ed è anche pericoloso. Pericoloso perché riaprire la discussione su questo allontanerebbe la soluzione del problema e rallenterebbe la operatività dei processi realizzativi. Meglio sarebbe affrontare la questione dal punto di vista delle garanzie come lobbligo di monitoraggio ed il controllo severo delle emissioni. Daltronde linquinamento atmosferico è la risultante di molteplici cause : il traffico, le emissioni industriali, il riscaldamento domestico ecc. ma nessuno si sognerebbe oggi di vietare in modo permanente luso di automobili, di chiudere le fabbriche o spegnere i termosifoni. Come pure tutti temiamo linquinamento elettromagnetico, ma tutti abbiamo il telefonino. E il prezzo inevitabile che dobbiamo pagare alla società del benessere, che comporta rischi. Lobiettivo di tutte le società evolute è quello di minimizzarlo. Come pure non sono le discariche controllate ad inquinare il suolo. Lenorme inquinamento del territorio è frutto di gestioni antecedenti al 1993 ( gestioni private) o di discariche abusive o mal controllate nel periodo successivo. Anche per le discariche la strada da seguire è il controllo ed il monitoraggio e, soprattutto, che territori già ampiamente inquinati non vengano ulteriormente penalizzati. Su questi principi credo che tutte le forze politiche e le parti sociali possano insieme ritrovarsi ed ottenere risultati. Ma ritornando ad Aversa credo che la proposta di costituire un Osservatorio permanente sui rifiuti che interagisca con la commissione consiliare ambiente sia sacrosanta e vada sostenuta. Da questo punto di vista posso già assicurare il sostegno dellUdc.