ROMA. Se la legge di stabilità non darà risposte su reddito e lavoro la Cgil proseguirà la mobilitazione fino allo sciopero generale.
E’ l’avvertimento lanciato a Palazzo Chigi dal leader del sindacato di Corso Italia, Susanna Camusso, nel giorno del confronto tra governo e parti sociali sul provvedimento. “Abbiamo il sospetto, per non dire la certezza, che sia un’altra manovra mascherata da legge di stabilità”, ha commentato il segretario generale della Cgil durante il sit in organizzato dai sindacati confederali davanti a Montecitorio dove si sta esaminando il ddl Damiano sugli esodati, “vedremo cosa ci dicono, ciò che credo vada detto al governo è che spazio per ulteriori tagli non ce n’è. Anzi, dovrebbe essere la stagione di restituire qualche certezza”.
Intanto, arriva la bocciatura della Ragioneria generale dello Stato nei confronti del ddl Damiano sugli esodati, approvata la scorsa settimana all’unanimità dalla commissione Lavoro della Camera (il cosiddetto ddl Damiano): “Abbassa significativamente l’età media di accesso al pensionamento, determina oneri di rilevante entità compromettendo gli effetti della riforma” e dei precedenti interventi in materia. E dopo i giudizi contenuti nella relazione della Ragioneria generale di Stato, la Commissione Bilancio ha deciso di non esprimere un parere sul ddl esodati. Il relatore Pier Paolo Baretta, parlando a margine dei lavori, spiega che il provvedimento sarà rimandato alla Commissione Lavoro, che dovrà adottare le necessarie modifiche.
Secondo la Ragioneria generale dello Stato il ddl bipartisan sugli esodati compromette non solo “gli effetti della riforma operata col decreto legge 201 del 2011 ma anche quelli del complessivo processo di riforma implementato negli ultimi dieci anni, sia sul piano finanziario” che “su quello degli obiettivi di innalzamento dell’età media di accesso al pensionamento”. Questo, aggiunge l’organismo è “in controtendenza a quanto previsto dal complessivo processo di riforma attuato nel Paese” ma anche “con quanto richiesto dagli Organismi internazionali in materia di accesso al pensionamento anticipato”.
Per quanto riguarda la copertura finanziaria “risulta ampiamente insufficiente”. Infatti “non può non farsi presente, prioritariamente, che sul piano del metodo l’introduzione di rilevanti maggiori spese utilizzando a compensazione un aumento della pressione fiscale rende certamente più arduo e problematico il rispetto della regola sulla dinamica complessiva della spesa prevista dal fiscal compact recentemente ratificato dal Parlamento richiedendo a tal fine l’individuazioni di corrispondenti misure compensative sul versante della spesa del comparto delle Pubbliche amministrazioni”.
IL DECRETO. L’aula della Camera sta esaminando dall’8 ottobre una proposta di legge – che ha come primo firmatario l’ex ministro del Pd Cesare Damiano ma è stata votata trasversalmente in Commissione Lavoro – che prevede uno stanziamento di 5 miliardi per finanziare un ulteriore ampliamento della platea degli esodati da tutelare, oltre i 120 mila già salvaguardati dal governo con risorse per circa 9 miliardi. La copertura dovrebbe essere trovata attraverso un aumento della tassazione sui giochi on line ma il governo ha già rigettato la proposta. Ben più onerosa sarebbe l’altra norma del testo che prevede una modifica dei criteri per il pensionamento reintroducendo di fatto l’anzianità pur con forti disincentivi. Ciò smonterebbe l’impianto della riforma Fornero a meno di un anno dalla sua entrata in vigore. Secondo stime della Ragioneria riportate dai media questo intervento costerebbe 17 miliardi cumulati tra il 2012 e il 2022. Il vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola, in una nota, ha stimato il costo complessivo – esodati e pensioni – in 30 miliardi in 10 anni.