ROMA. C’è una volontà di trasparenza: è un anonimo, suscettibile di approfondimenti ed è giusto che li faccia l’autorità giudiziaria verso cui abbiamo fiducia.
Il capo della polizia, Antonio Manganelli, entra così nel merito della vicenda relativa a un esposto anonimo che ha descritto presunti illeciti al Viminale nella gestione di appalti e aste per l’acquisto di impianti tecnologici. In seguito alla denuncia la procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine. Il “corvo” del ministero degli Interni tira in ballo anche il vicecapo vicario della polizia, Nicola Izzo.
Il diretto interessato si è già detto estraneo ai fatti. E Manganelli gli rinnova massima fiducia.È una persona che ha svolto in questi anni lavoro veramente egregio. Lo apprezziamo molto, per me è stato un collaboratore leale e produttivo, le parole del numero uno della polizia. Per Manganelli comunque in generale è giusto che gli approfondimenti li faccia l’autorità giudiziaria, visto che l’ipotesi è quella di un reato, e noi siamo come sempre al suo fianco, trattandosi dell’unica espressione qualificata a dare valutazioni. Noi – è la posizione del capo della polizia – abbiamo la massima fiducia nell’autorità giudiziaria che sta indagando che è quella di Roma, dove c’è un procuratore della Repubblica straordinario come Giuseppe Pignatone.
Un corvo al Viminale e venti pagine fitte fitte di nomi e presunti appalti truccati. Sono l’ultima ombra che coinvolge la politica e le istituzioni italiane. Ma non basta. In mezzo anche il giallo del suicidio del vicequestore Salvatore Saporito. Questi i temi diun nuovo filone d’inchiesta del quale si occuperà la procura di Roma che ha già aperto un fascicolo di indagine. Si tratta di un esposto anonimo inviato nelle scorse settimane al Viminale e nel quale si fa riferimento a presunti illeciti nella gestione di appalti e aste per l’acquisto di impianti tecnologici.
Il quotidiano “La Repubblica” sostiene che a trasmettere alla Procura di Roma l’esposto insieme ad una querela contro ignoti sarebbe stato il ministro Cancellieri che lo avrebbe affidato al capo della polizia Manganelli il compito di portare le carte in Procura. La denuncia anonima, una ventina di pagine molto circostanziate, indica l’Ufficio Logistico del Dipartimento di Pubblica sicurezza, diretto fino a settembre scorso dal prefetto Giuseppe Maddalena, come centro di presunti favori.
Nel mirino del “corvo”, come responsabile delle presunte illegittimità, il vicecapo della Polizia, Nicola Izzo.Secondo il corvo il malaffare riguarderebbe una serie di appalti e gare per l’acquisto di prodotti: dai software per le centrali operative di tutta Italia ai sistemi di videosorveglianza, dalla gestione del numero unico europeo della sicurezza (il 112) al rilevamento delle impronte digitali da parte della Polizia scientifica. Il capo della polizia Manganelli ha confermato l’esistenza dell’esposto: “Siamo cercando di capire chi l’ha scritto. L’autore è, comunque, una persona molta informata. Mi auguro che la magistratura faccia al più presto chiarezza sulla vicenda nell’interesse sia del mio vice sia dell’istituzione”.
L’esposto si chiude con un capitolo dedicato a Salvatore Saporito, il vicequestore suicidatosi in caserma il 31 marzo 2011 e coinvolto nell’indagine della procura di Napoli sugli appalti per la realizzazione del Cen (Centro elaborazione dati della polizia), nell’ambito del piano sicurezza per la città partenopea, e nella quale è coinvolto anche il prefetto Izzo. Secondo il “corvo”, Saporito non si sarebbe suicidato perch preoccupato dall’indagine, ma perché non avrebbe sopportato il mobbing al quale per lungo tempo sarebbe stato sottoposto dai suoi superiori per aver tentato di opporsi al “sistema-appalti” dell’Ufficio Logistico del Viminale.