TRAPANI. Si stringe ulteriormente il cerchio intorno allultimo padrino ancora latitante, ricercato in tutta Europa: Matteo Messina Denaro.
Tra i beni sequestrati dalla Dia a Ippolito ci sono fabbricati, terreni, autovetture e un’imbarcazione da diporto. Dell’operazione “Golem II” del marzo 2010 era emerso che Ippolito, noto come “Nanà” e titolare di un’officina autorizzata Alfa Romeo metteva il suo esercizio a disposizione degli affiliati al clan mafioso di Castelvetrano che vi tenevano summit sulla gestione della latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
Secondo gli inquirenti, Ippolito forniva supporto logistico, facendo da collettore e distributore dei messaggi del capomafia e di quelli a lui indirizzati. Per queste accuse Ippolito è stato rinviato a giudizio il 28 novembre dell’anno scorso al Tribunale di Marsala, dove il processo è attualmente in corso.
Secondo il colonnello Giuseppe D’Agata, capocentro della Dia Palermo, Ippolito avrebbe anche svolto il ruolo di messaggero per lo scambio di informazioni con Cosa nostra”.