ROMA. La questione Sallusti diventa sempre più complicata tanto che domenica si è svolto un incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il Guardasigilli, Paola Severino, invitata a tentare un ultimo negoziato per rilanciare la legge sulla diffamazione e, soprattutto, a consegnare il dossier-Sallusti.
Il presidente della Repubblica è molto preoccupato per la situazione giudiziaria che interessa il direttore de Il Giornale, tanto che ha definito complessa tutta la vicenda. Il capo dello Stato ha voluto esaminare con il ministro Severinotutti gli aspetti del caso, non esclusa lipotesi di una concessione della grazia presidenziale per la quale deve essere aperto un iter procedurale proprio dal ministero di Via Arenula. Beninteso, al capo dello Stato non sfugge la delicatezza del caso che coinvolge diritti che devono essere salvaguardati: dalla libertà di stampa ai diritti di chi è diffamato.
La prudenza è necessaria perché leventuale concessione della grazia a Sallusti potrebbe creare un precedente e dovrebbe essere sottoposta a condizioni ben precise. Presupposto della grazia, ad esempio, è il passaggio in giudicato della sentenza. Ebbene se Sallusti giovedì prossimo venisse condannato nel nuovo processo in direttissima per evasione dai domiciliari ecco che la grazia non potrebbe neanche essere chiesta.
Ecco perché sul Colle si sono esaminate tutte le ipotesi,a cominciare da unaccelerazione della proposta di legge Pecorella sulla diffamazione a mezzo stampa attualmente ferma in Parlamento. Insomma, la linea di Napolitano è molto chiara. E lo ha confermato il portavoce Cascella. Tutti devono farsi carico degli aspetti di questa vicenda. Ergo: non cè una soluzione prevalente rispetto ad unaltra. Questo concetto è stato ribadito nel colloquio con Paola Severino alla quale il capo dello Stato ha ricordato che sin dal settembre scorso aveva sottolineato lesigenza di modifiche normative in materia di diffamazione a mezzo stampa, tenendo conto delle indicazioni della Corte di Strasburgo. Certo, ora la situazione si è complicata.
Ma Sallusti sembra essere sempre più convinto di non voler chiedere la grazia. A farlo al suo posto potrebbero essere un parente o il suo avvocato. Oppure potrebbe essere lo stesso presidente della Repubblica a chiedere la clemenza, solo però dopo, che l’istruttoria sarà conclusa.
La polemica si accende quando Silvio Berlusconi espone il suo pensiero in merito alla vicenda. Il Cavaliere ha infatti spedito una nota contro i magistrati che hanno firmato al sentenza di carcerazione. Da tempo sostengo l’improrogabile necessità di una riforma a garanzia del più fondamentale diritto di libertà ha scritto in una nota Berlusconi L’incredibile vicenda di Sallusti non fa che riaffermare l’assoluta necessità ed urgenza di tale riforma. Il Cavaliere ha poi ricordato la vicenda del direttore, condannato in prima istanza ad una multa di 5000 euro, trasformata in appello in 14 mesi di carcere, confermati poi dalla Cassazione.
Ora sta al mondo politico ha sottolineato trovare al più presto una soluzione adeguata che contemperi l’inalienabile diritto di opinione e di informazione con l’altrettanto inalienabile diritto a non vedere lese la propria privacy e la propria onorabilità. Mi auguro che Alessandro Sallusti possa riprendere al più presto il suo impegno di direttore e che venga così cancellata agli occhi del mondo questa ulteriore pagina di giustizia negata. Intanto Sallusti ha trascorso la sua prima giornata agli arresti domiciliari.
Fuori dal palazzo nel quale deve restare non ci sono uomini di guardia ma solo una vigilanza dinamica effettuata con dei giri di pattuglia. Il direttore de il Giornale ha la possibilità di telefonare e di uscire due ore al giorno, dalle 10 alle 12. E gli effetti collaterali si riversano sulla sua famiglia e su quella della compagna, Daniela Santanchè. E il Natale, in quella casa sul corso principale di Milano, sarà molto triste ma soprattutto solo.
Adesso sarà vietato l’ingresso a tutte le persone della mia famiglia, già oggi mia madre non è potuta venire a trovarmi ha detto la Santanchè. Se dobbiamo trascorrere il Natale da soli, se questa è la pena, faremo Natale da soli. Mi auguro che la situazione cambi ha detto la compagna di Sallusti che, a malincuore, accetta questa situazione. E aggiunge: Alessandro non vuole appartenere a nessuna casta di privilegiati – scandisce lei – . Io sono dilaniata tra il lato umano, di sentimento, e la posizione di rispetto nei confronti di Sallusti. Se ha detto voglio andare in carcere, io devo essere al suo fianco, rispettando le sue modalità. L’amore è anche questo. Quanto alla grazia, non tocca a me, ma ad altri.