ROMA. Condannato a trentanni di reclusione Patrizio Franceschelli, il 22enne che lo scorso febbraio gettò nel Tevere il figlio di 16 mesi.
Il giovane, che non era in aula al momento della lettura della sentenza, gettò il piccolo nel fiume allaltezza di Ponte Mazzini e il corpo del bimbo fu ritrovato solo alla fine di marzo, dopo essere stato avvistato da due ragazzi, alla foce del fiume, a Fiumicino.
La decisione è stata accolta con un applauso dai familiari e dall’associazione Gli amici di Claudio, che attendevano la sentenza all’esterno dell’aula del gup. E’ stata una grande vittoria. Il giudice ha riconosciuto che l’imputato ha agito per motivi abietti e futili e per crudeltà.
E’ questo il commento che Germano Paolini, legale della mamma del piccolo Claudio, dopo la sentenza. Sono state accolte le richieste del pm Attilio Pisani – ha spiegato il penalista – e sono state rigettate le richieste di ulteriori perizie psichiatriche. Il Tribunale nella scorsa udienza non aveva riconosciuto all’imputato le aggravanti dei futili motivi e dell’efferatezza.