ROMA. Ormai Silvio Berlusconi è inarrestabile: ennesimo show in tv.
A far discutere questa volta è lapparizione sullo schermo che lex Premier si è concesso in casa Rai: ospitato nel programma mattutino, Uno Mattina, Berlusconi è andato a ruota libera toccando tutti i temi che contraddistinguono la sua campagna elettorale.
Lapparizione costante in tv del Cavaliere non è piaciuta ad un gruppo di parlamentari del Pdgiovedì si è rivolto all’Autorità garanteper le telecomunicazioni, in segno di protesta per lintervista di circa 28 minuti concessa nel corso del programma. Negli ultimi giorni l’onorevole Silvio Berlusconi ha chiesto e ottenuto spazio ad una serie di trasmissioni televisive e radiofoniche. In una ottica di equilibrio precedente alla ‘Par Condicio’ la Rai offrirà analoghi spazi di comunicazione ai leader di altre formazioni politiche, spiega una nota di Viale Mazzini. Venerdì l’ex premier verrà ancora intervistato all’interno dell’edizione serale del Tg1, ma è stata rifiutata la sua partecipazione in prima serata alla trasmissione ‘Porta a porta’ e congelata quella a una rubrica sportiva. Quest’ultima decisione è stata comunicata dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, con un lettera al presidente della commissione parlamentaredi Vigilanza Rai, Sergio Zavoli.
Un richiamo che il Cavaliere e i responsabili della trasmissione Rai hanno però nuovamente ignorato. Berlusconi annuncia piuttosto l’intenzione di andare avanti con la sua maratona televisiva. Da quando ho iniziato sono andato in tv pochissime ore rispetto alla sinistra, ha ribadito anche stamani l’ex premier. In 15 giorni siamo andati su di 8 punti e mezzo circa. Ci sono ancora 60 giorni e puntiamo al 40% dei voti, ha aggiunto.Lintento del Cavaliere è quello di conquistare consensi proprio attraverso il mezzo televisivo perché ritiene che al di là dei nuovi strumenti comunicativi che sono importanti, è ancora la tv il mezzo più efficace per spiegare quale sia la verità. Perché la televisione – sostiene il Cavaliere – è un mezzo che non consente di mentire.
Si dice invece convinto ed entusiasta del suo confronto con Pierluigi Bersani: Ho lanciato la sfida a Bersani e sono felice di potermi confrontare con lui in televisione. lo rispetto, lo temo come espressione di un partito che conferma di essere rimasto ancorato al vecchio Pci. Gli italiani hanno in me il solo baluardo per evitare che questa sinistra salga al potere. Ho avuto speranza in Renzi ma ancora una volta il comunismo ortodosso ha vinto, spiega l’ex premier per poi aggiungere: Non temo Monti perché dadeus ex machinaqual era stato proposto, se scende in politica diventa un protagonista qualunque. Lui dice sale, giustamente, perché aveva un rango inferiore di quello di presidente del Consiglio. Io ho detto sceso in campo, perché avevo un rango superiore.
Altro bersaglio è larcinemico Gianfranco Fini: Non si capisce perché abbia lasciato il Pdl per formare un partitino dellun per cento. Qualcuno deve avergli promesso un premio importantissimo, dice il leader del Pdl includendo nella congiura che lo costrinse a lasciare palazzo Chigi il presidente della Camera. Che prontamente replica: Le menzogne di Berlusconi sono spudorate. Tutti sanno che non ho lasciato il Pdl, bensì che mi ha cacciato perché non volevo difendere i suoi personali interessi giudiziari. Se Berlusconi – aggiunge Fini – si vuole confrontare pubblicamente con me su questi temi, anche sulle reti Mediaset sono a disposizione. Ma lofferta del leader di Fli viene lasciata cadere dal Cavaliere.
Berlusconi coglie loccasione per demolire uno dei cardini della politica economica del governo tecnico, lImu: Chi afferma che non si può abolire – sostiene lex premier – non capisce nulla di economia e di contabilità dello Stato. Abbiamo già pronto un ddl che compensa i minori introiti dellimposta sulla casa. Aumentando di poco alcol, tabacchi, scommesse e giochi, trovare quattro miliardi sarà un gioco da ragazzi. Il Cavaliere non dice però come rimediare al buco degli altri venti miliardi che il gettito dellImu (in tutto 24) ha garantito alle casse dello Stato. Finora aggiunge – è stato come nel Medioevo, quando i malati si curavano con un salasso dopo l’altro finché non morivano. Il percorso verso la recessione si può invertire anche dando fiducia agli italiani, perché quando hai paura consumi di meno. L’equazione del benessere è sempre la stessa: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro, sulle imprese uguale più lavoro, più produzione, più consumi, più fondi nelle casse dello Stato per aiutare chi è rimasto indietro e ha più bisogno.
Intanto, ad accendere il dibattito politico c’è anche l’annuncio della richiesta di aspettativa da parte del procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, per motivi elettorali. Grasso si candiderà con il Pd, molto probabilmente nel ‘listino’ e l’annuncio sarà ufficializzato in una conferenza stampa con il segretario democratico, Pier Luigi Bersani.
Inevitabile la reazione polemica del Pdl con Maurizio Gasparri: Pur rispettando il procuratore Pietro Grasso e il suo impegno nella magistratura, gli chiedo: con questa sua scelta ritiene di aver rafforzato o indebolito il concetto di indipendenza della magistratura, già così messo a dura prova da troppi togati?.