ROMA. Si è sentito male mentre, al Teatro Caprarica, partecipava alla presentazione dei candidati del Pdl per le prossime elezioni: ora Silvio Berlusconi fa sapere di stare meglio.
Il Cavaliere ha chiesto di sedersi un momento, dopo aver lasciato il palco, chiedendo un bicchiere d’acqua che gli ha portato Angelino Alfano. No tutto bene, ha detto lo stesso Berlusconi ai cronisti che gli chiedevano come stesse prima di lasciare il Teatro. Facendo i nomi dei candidato del Pdl a Camera e Senato, Berlusconi ne ha approfitta per lanciare qualche frecciatina alla sinistra, definendola, comunista, nel senso che è lideologia più disumana della storia.
Affermazioni abbastanza forti quelle dellex premier avvalorate dalla convinzione dellinvidia della sinistra si trasforma in volontà continuativa di tassare chi, con sacrificio, ha raggiunto posizioni di benessere e prende ad esempio la patrimoniale che vogliono mettere per i ceti abbietti, ignorando che non accadrà, come diceva la Cgil, di veder arrivare nelle casse dello Stato 40 miliardi perché in Italia quelli che dichiarano più di 1 milione sono appena 3mila persone.
Un commento anche agli ultimi rendiconti che arrivano sul Governo Monti, che viene detto tragico perché siamo dentro una pericolosa spirale recessiva ed e’ un qualcosa che ci può portare alla depressione, al disastro e alla povertà. L’ex premier accusa Monti di averlo attuato “trasformandolo in uno strumento che si basa su parametri tratti da rivelazioni demoscopiche. Così è uno Stato di Polizia tributaria, esattamente il contrario di ciò che vogliamo noi.
Berlusconi ha inoltre fatto sapere di voler girare in lungo e largo il paese, organizzando un tour di comizi in tutte le regioni. Ad annunciarlo è stato infatti Maurizio Lupi, che organizza lagenda del Premier: A partire dai primi giorni di governo – ha detto – ci occuperemo di dare risposte alle attese dei cittadini. Nel primo Consiglio dei Ministri abrogheremo l’imu. E poi ci occuperemo di dare slancio all’occupazione con un provvedimento che favorisca l’assunzione di disoccupati senza costi per le aziende. Abbiamo inoltre già pronta una proposta per annullare il finanziamento pubblico ai partiti e dimezzare il numero degli eletti in Parlamento e nelle amministrazioni locali.
La campagna elettorale è entrata nel vivo e non manca il botta e risposta tra le parti prese in causa. Mario Monti infatti, mentre accenna ad una possibile alleanza con il Pdl a patto che non sia guidato da Berlusconi dopo il voto, continua a trovare difetti così come li ha definiti Pier Luigi Bersani, al Pd. Angelino Alfano frena i possibili entusiasmi del Premier e marca stretto: Senza Silvio il Pdl non c’è. E casomani è da Monti che l’Italia deve essere mondata.
Monti però continua imperterrito: Chi è contento con ciò che è avvenuto nei vent’anni precedenti ha una scelta facile perché basta che voti per il Pd collegato con l’estrema sinistra o per il Pdl collegato con la Lega ed ha la garanzia di votare per le stesse forze che hanno tenuto in piedi, o seduta, o in ginocchio l’Italia per vent’anni. Il leader di Scelta Civica ha poi attaccato anche i partiti sui costi della politica: Gran parte di ciò che abbiamo proposto è stato bloccato in Parlamento. I costi – ha aggiunto – vanno ridotto ancora di molto, ma per farlo occorre che in Parlamento arrivino forze meno legate agli apparati tradizionali. Il leader di Scelta Civica parla dapprima di una possibile alleanza con il Pd.
Dipenderà da quali politiche l’onorevole Bersani riterrà di mettere in campo, risponde Monti. Se sono quelle che vengono espresse con piena legittimità dalle componenti più massimaliste – aggiunge – non ci sarà proprio la possibilità di un lavoro comune.
Poi l’apertura al Pdl: Poniamo che il Pdl, magari non sempre guidato dall’onorevole Berlusconi… si potrebbe benissimo immaginare una collaborazione con quella parte, una volta mondata e emendata dal tappo che per natura sua impedisce le riforme. Quanto allesito delle elezioni, Monti non fa previsioni perché dice non c’è nessuna possibilità adesso di sapere se andremo al governo o se resteremo all’opposizione. Tutto dipenderà dalla situazione; con chi saremo o contro chi saremo. E ciò dipenderà dalle idee che le altre forze metteranno in campo: in un certo senso saranno loro a fare la scelta se saranno in grado o no di avere una collaborazione con noi.