BRINDISI. Mia sorella era a terra, aveva il torace dilaniato, e la sua mano sembrava carne macinata.
Si è aperta con questo scioccante ricordo la quarta udienza del processo a carico di Giovanni Vantaggiato, lattentatore della scuola Morvillo- Falcone dove persa la vita la 16enne Melissa Bassi e altre 10 giovani studentesse ferite gravemente.
Ad essere ascoltata nellaula della Corte dAssise di Brindisi lunedì mattina è stata Vanessa Capodieci che in aula ha raccontato quei tragici momenti vissuti con la sorella minore Veronica, lottando tra la vita e la morte per mesi. Vanessa, benché ferita, cercò di prestare aiuto alla sorella più piccola che singhiozzava e diceva che non riusciva a respirare, ha ricordato Vanessa, aggiungendo:Io piangevo. Subito dopo l’esplosione. Ho strappato i vestiti di dosso a mia sorella perché erano in fiamme e col mio giubbotto le ho coperto la pancia perché era aperta. Io cercavo di rassicurarla le dicevo di stare tranquilla. Nessuno ci aiutava.
La ragazza uscita dallaula ha anche parlato con i giornalisti ai quali ha raccontato di avere dei sensi di colpa. Provo un senso di colpa perchè Melissa non c’è ed è ancora per me molto difficile guardare negli occhi il papà e la mamma di Melissa, ha detto Vanessa.
Loro sono sempre qui, presenti. È sempre difficile guardarli negli occhi, salutarli. Penso che al posto loro ci potevano essere i miei genitori.E’ stato difficile parlarne ha detto ai cronisti non è stato facile per me ricordare quei momenti ma si doveva fare.
Dobbiamo subire ancora operazioni, la nostra vita ha raccontato non è facile. Non so – ha poi concluso se ci saremo alle prossime udienze, forse verrò solo per la sentenza. Giovanni Vantaggiato, reo confesso per la strage, potrebbe essere ascoltato dai giudici della Corte d’Assise del tribunale il 21 febbraio.
In aula il 13 febbraio è in programma l’audizione della moglie dell’imputato, Giuseppina Marchello, che, secondo quanto ha riferito ai giornalisti il legale Franco Orlando, si dovrebbe avvalere della facoltà di non rispondere.