NAPOLI. Leditoriale de Il Foglio fa svegliare Bagnoli sotto shock: il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara sostiene che Città della Scienza doveva essere bruciata prima.
In un editoriale Camillo Longonescrive che il faro della scienza, vanto per la comunità partenopea, in realtà avesse dei problemi che nessuno fino ad ora aveva avuto il coraggio di guardare. Il tono del pezzo è critico e il primo punto passato in rassegna riguarda proprio quegli stipendi che non venivano pagati da tempo: Non è propriamente uneutanasia (troppo pliniano, troppo spettacolare levento) ma certo è la fine di unagonia. La Città della Scienza si dichiarava eccellenza ma era una poveracciata che non pagava gli stipendi, che non pagava i fornitori, che non pagava nessuno nella migliore tradizione partenopea e parte italiana. E chissà che le fiamme non siano state appiccate (irrazionalmente, ovvio) da qualche creditore inferocito.
La nota stipendi analizzata dal giornalista prosegue così: I soldi sono stati un problema fin dallinizio:lo stato avrebbe dovuto metterci il 30 per cento e al resto avrebbe pensato il mercato per vedere il quale, a Bagnoli, serve proprio il telescopio. Qui perfino lacciaieria era fuori mercato, figurarsi questo miraggio meridiano intorno al quale più che quattrini si sono spese parole, decenni di sproloquio paravendoliano di chi puntava a riconvertire lidentità operaia nellimmateriale. Viene in mente il Montale più di destra: ‘Con quale voluttà / hanno smascherato il Nulla. / Cè stata uneccezione però: / le loro cattedre’. I marxisti scientisti della Magna Grecia sognavano di sostituirsi allindustria ed ecco il risultato: lItalsider pagava lo stipendio a 7.000 operai mentre loro non riescono a pagarlo a 160 dipendenti (anche di meno, secondo il consigliere damministrazione Pietro Greco, e nella discrepanza numerica si manifesta il groviglio di fondazioni e sottofondazioni, una più indebitata dellaltra, incomprensibile perfino a chi è preposto ad amministrarlo). Alcuni lavoratori avanzano 4 mensilità, altri ne avanzano 16: anche lo stipendio è immateriale, anche lo stato che ha tradito limpegno minoritario del 30 per cento e deve al centro 7-8 milioni. E pure la regione Campania che doveva 2 milioni, ha chiesto di accordarsi per 800.000 e non ha mai versato nemmeno quelli.
Ovviamente il riferimento al sindaco Luigi De Magistris non poteva mancare e anche qui le parole diventano sarcastiche e taglienti: Il sindaco De Magistris ha riesumato lo stile piezz e core di Filomena Marturano: Oggi migliaia di ragazzi e bambini di Napoli si sono svegliati piangendo per la distruzione di Città della Scienza. Manco avessero bruciato vivo Babbo Natale. Ce li vedo proprio, i piccoli napoletani, disperarsi per le sorti della scienza. E vero che i padiglioni arrostiti di Bagnoli erano frequentati pure da scolaresche ma la gitarella fuori porta mirava alla comprensione del funzionamento di telescopi e caleidoscopi, sai che spasso. Alla Città della Scienza di gran scienza non se ne faceva, si faceva più che altro divulgazione scientifica, unaltra cosa. Il fondatore, professor Vittorio Silvestrini, ex politico comunista (consigliere regionale negli anni Ottanta) che era solito circondarsi di ex politici comunisti al punto che laltra notte è andato in fumo anche il poco che restava del bassolinismo, non ha mica vinto un Nobel: ha vinto un premio Descartes per la comunicazione scientifica. Bene, bravo, ma la scienza è fatta di scoperte e che cosa abbiano mai scoperto a Bagnoli non è dato sapere. Nemmeno la ricetta definitiva delle nozze coi fichi secchi sono riusciti a mettere a punto.
Per non parlare poi dei commenti di Roberto Saviano resi pubblici sui social network. Langone proprio non ci sta e si toglie il macigno che ha sullo stomaco alla lettura delle parole dello scrittore: Come spesso accade il commento più divertente è quello di Sua Pomposità Roberto Saviano: Mi sento di cenere. Ossa di cenere, pensieri di cenere, cuore di cenere. Come Napoli, che oggi è di cenere. In Gomorra si credeva Malaparte, adesso si crede Plinio il Vecchio, solo che lo scrittore latino in cenere cè finito davvero, non per metafora. Invece il bestsellerista napoletano prosegue incontinente a cinguettare e in un tweet avanza la facile ipotesi camorra: Da sempre i clan vorrebbero edificare a Bagnoli. Possibile, ci mancherebbe: vorrei solo capire la mancanza di tempismo, perché mai avrebbero scelto il peggior momento immobiliare della storia repubblicana. Il vero punto che forse si passa in rassegna è che viene affrontata una grande verità: cioè che a Città della Scienza non è mai stato scoperto nulla.
Come si legge dall’editoriale, quel simbolo che la città di Bagnoli eleva a simulacro della cultura, altro non è per Langone che la fiera della pera cotta. Adesso il presidente Caldoro esclama: Bisogna reagire in modo concreto. Forse, avesse a suo tempo onorato concretamente il debito, gli scienziati immaginari di Bagnoli avrebbero scoperto lesistenza dei materiali ignifughi: 12 mila metri quadrati sono bruciati in meno di mezzora, complimenti. Forse si sarebbero dotati di un impianto antincendio meno comico: era tarato per scattare al primo accenno di fumo ma le fiamme sono divampate senza fumo, accidenti. Fra tante lacrime retoriche mi è sembrato sincero il dolore di Edoardo Bennato, nato proprio a Bagnoli: Ho una figlia di 7 anni e da quando era piccolissima lho portata alla Città della Scienza, che era una perla, un centro di cultura strutturato benissimo.
Quindi ho cercato di capire meglio – scrive ancora l’editorialista – quali fossero queste benedette attività culturali, non potevo credere che Bennato si riferisse solo ai telescopi e ai caleidoscopi. Ho scoperto che nei capannoni dellex Italsider si propagandava levoluzionismo, una superstizione ottocentesca ancora presente negli ambienti parascientifici (evidentemente anche nei residui ambienti cantautorali). Il darwinismo è una forma di nichilismo e secondo il filosofo Fabrice Hadjadj dire a un ragazzo che discende dai primati significa approfittare della sua natura fiduciosa per gettarlo nella disperazione e indurlo a comportarsi da scimmia. E quindi, tratte le conclusioni, per il giornalista Dovevano bruciarla prima, la Città della Scienza.