NEW DELHI. Il caso dei due marò restati in Italia, comera prevedibile, sta creando ripercussioni diplomatiche con lIndia.
La Corte Suprema di New Delhi, infatti, ha inviato una comunicazione allambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, chiedendogli di non lasciare il Paese e fornire chiarimenti entro il 18 marzo, giorno dopo il quale ci sarà unudienza per esaminare la vicenda.
Il massimo organo giudiziario indiano intende avere spiegazioni sulla decisione dellItalia di non far ripartire per lIndia i marò dopo la licenza di quattro settimane, contrariamente a quanto promesso nella dichiarazione giurata firmata dallambasciatore.
I due marinai – accusati di aver ucciso un pescatore indiano scambiandolo per un pirata mentre erano di guardia ad una petroliera – dovevano rientrare per il 22 marzo. Mercoledì il presidente del partito dell’opposizione Janata Party, Subramanian Swamy, ha presentato una petizione alla Corte per chiedere unazione legale contro lambasciatore italiano per il reato di oltraggio alla Corte.
Larticolo 29 della Convenzione di Vienna offre ad un ambasciatore una totale immunità diplomatica stabilendo che non potrà essere sottomesso ad alcuna forma di fermo o arresto. Lo Stato ricevente lo tratterà con il dovuto rispetto e adotterà tutte le misure appropriate da evitare qualsiasi attacco alla sua persona, libertà o dignità.
Secondo alcuni esperti di diritto internazionale in India, tuttavia, il fatto che Mancini abbia accettato volontariamente di sottomettersi alla giurisdizione della Corte Suprema, presentando una dichiarazione giurata, farebbe sì che egli non possa rivendicare limmunità diplomatica.