Letta: “Senza Imu e meno tasse. L’Italia può farcela”

di Emma Zampella

Enrico LettaROMA. Enrico Letta parla alla Camera appellandosi alle varie forze politiche affinchè collaborino insieme: “Il Presidente della Repubblica ci ha concesso un’ un’ultima opportunità di mostrarci degni del ruolo che la costituzione ci riconosce come rappresentanti della nazione”.

Con queste parole il neo Premier, Enrico Letta, ha parlato alla Camera, ringraziando personalmente Pier Luigi Bersani. Il programma presentato dalle ore 15 da Letta dovrà essere votato in serata a Montecitorio e martedì al Senato. L’intervento non poteva non fare eco alla sparatoria di Piazza Montecitorio, nel corso della quale è stato ferito il carabiniere Giuseppe Giangrande, ancora in condizioni critiche.

Proprio in riferimento a questo episodio, il capo del Governo ha esordito dicendo che “non c’è più tempo” e che per evitare che il malcontento e la rabbia degenerino in episodi di violenza occorre puntare su risanamento e tenuta dei conti pubblici ma senza inasprimento fiscale. Letta ha richiamato il gap generazionale, sottolineando che “troppo spesso in passato sono stati fatti debiti poi scaricati sulle generazioni future”. E proprio le generazioni di oggi, “che hanno imparato sulla propria pelle” cosa significhi ereditare una situazione debitoria insostenibile “non compiranno lo stesso errore”. Il Governo di Letta, definito già da tutto come quello della speranza e del risanamento del paese, si muove su linee guida, che se messe in campo, potranno dare respiro ai cittadini.

Punti cardine di questo programma sono la riduzione delle tasse sul lavoro, lo stop ai pagamenti dell’Imu di giugno per poi rimodulare le imposte sulla prima casa (andando così incontro allerichieste del Pdl), politiche di sostegno alla formazione e all’apprendistato, iniziative per la riduzione del gap culturale tra classi sociali (troppo spesso, ha ricordato, i figli di genitori non diplomati fanno fatica a raggiungere la laurea), interventi di moralizzazione della cosa pubblica.

“La riduzione fiscale senza indebitamento sarà unobiettivo continuo e a tutto campo di questo governo. Bisogna superare l’attuale sistema sulla tassazioneper la prima casa intanto da subito con lo stop sui pagamenti di giugno per permettere al Parlamento di attuare una riforma complessiva del sistema di imposte”, ha dichiarato il presidente del Consiglio. “Nelle sedi europee individueremo le strategie perarrivare alla crescita senza compromettere il risanamento della finanza pubblica, l’Ue è in crisi di legittimità proprio quando i cittadini ne hanno bisogno”, ha affermato il premier Enrico Letta, che ribadisce, nel suo intervento programmatico, la scelta europea ed europeista del suo governo è annuncia a breve la vista a Bruxelles ed in altre capitali europee.

“La prima verità è che la situazione economica dell’Italia è ancora grave,il debito pubblico grava come una macina sulle generazioni presenti e future, il grande sforzo di Monti è stata la premessa della crescita”, ha aggiunto. L’obiettivo del Governo guidato dall’esponente del Pd sarà quello di risanare la spina nel fianco di questa crisi economica: la mancanza di lavoro. Letta ha infatti ricorda quanto sia prioritaria la risoluzione di questa piaga che affligge soprattutto i giovani. Con particolare riferimento al sud, Letta ha detto: “Doppiamo mettere il mezzogiorno nelle condizioni di crescere da solo, riconoscendo l’esistenza di un divario tra nord e sud e senza mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, sottolineando che la colpa di tutto questo è delle inadempienze di chi avrebbe dovuto intervenire e dell’azione della criminalità organizzata”. Letta ha citato poi il caso degli esodati, evidenziando che con questa vicenda si è “rotto un patto” con i cittadini che ora va ristabilito. “Bisogna ridurre le restrizioni ai contratti a termine,aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro. Non bastano gli incentivi monetari”, ha individuato ancora Letta. “Ora crescita e coesione, l’Italia può farcela. Parlerò con il linguaggio sovversivo della verità per avere le spalle larghe e solide per reggere e far fronte al giudizio del Parlamento”, ha quindi affermato Letta per poi tornare sull’economia. “Senza crescita e coesione l’Italia perde, ma il Paese può farcela. Ma per ripartire dobbiamo essere tutti motori di questa nuova energia. Sarà l’architrave dell’esecutivo essere seri e credibili sul risanamento dei conti pubblici”.

Il programma di Letta dovrà essere votato, questione questa che non dovrebbe presentare sorprese, soprattutto a Montecitorio, dove la maggioranza è solidissima. E neppure a Palazzo Madama, dove l’intesa tra Pd, Pdl e Scelta Civica consente un agevole superamento del quorum (che nella fattispecie è la maggioranza semplice).. Punti irrinunciabili sono stati posti dal Cavaliere, Silvio Berlusconi che ha fatto sapere che l’abolizione dell’Imu per il 2013, la rivisione del potere di Equitalia e la riduzione della pressione fiscale sono la condizione senza la quale il Pdl non voterà la fiducia al nuovo Governo. “Il governo Letta deve approvare subito le misure di rilancio e sviluppo del nostro programma e che abbiamo illustrato in campagna elettorale, come l’abolizione dell’Imu, la revisione dei poteri di Equitalia e l’abbassamento della pressione fiscale. Sono punti irrinunciabili e Letta si è impegnato a realizzarli e a citarli nel suo discorso di oggi – ha ribadito il leader del Pdl aggiungendo – Per noi la restituzione dell’Imu 2012 e la soppressionedell’Imu per il 2013 è ‘condicio sine qua non’. Lo abbiamo detto a Letta che ci ha dato rassicurazioni a riguardo e ora vedremo che succede”. “Il governo ci soddisfa».«Abbiamo trattato per la formazione del governo senza porre alcun paletto e lo abbiamo formato in poco tempo dopo che altri hanno perso due mesi – ha detto ancora il Cavaliere – E’ un governo che ci soddisfa e spero posa essere di pacificazione tra due forze che si pensava non potessero collaborare”.

Berlusconi ritiene che sia assolutamente necessario pacificare il Paese: “Ci sono state nel passato troppe lacerazioni e un Paese come il nostro deve porsi come obiettivo quello di arrivare al bipolarismo sul modello americano, dove ci sono due partiti che si contrappongono e dove nessuno ha il timore prima di un’elezione, che se vanno al governo gli altri si debbano sopportare ingiustizie. Questo credo sia l’obiettivo”.“Se ci fosse un fallimento del governo si dovrebbe andare a elezionie chi si fosse assunto la colpa ne subirà la pena – sostiene Berlusconi – E io credo che per il colpevole sia difficile presentarsi al giudizio degli elettori. Da parte nostra c’è il reale proposito di farlo lavorare, speriamo anche da parte degli altri. Avendo una fortissima maggioranza spero possa avere una vita duratura per poter approvare tutte le riforme, economiche e costituzionali”. E in vista del voto di fiducia sia il gruppoPdsia quelloPdl si sono riunitia Montecitorio per un confronto interno.

Tra i Democratici èrientrato il dissensodei parlamentari che avevano criticato la scelta di fare un accordo con il Pdl preannunciando di non votare la fiducia al governo. E’ passata infatti senza dissensi la linea della “responsabilità” invocata stamattina dal capogruppo Roberto Speranza e, quindi, del sì alla fiducia al governo.Solo Pippo Civati, dopo un intervento in assemblea in cui aveva illustrato le sue perplessità, ha fatto sapere che non parteciperà al voto di fiducia. Dal canto suo il segretario dimissionario Pier LuigiBersani, che fino in fondo aveva tentato di far affermare una linea di segno opposto a quella del governissimo, ribadisce la necessità di non tirarsi indietro: “Ora bisogna lavorare, tutti dobbiamo dare una mano”.

Un’apertura all’esecutivo Letta arriva anche dallaLega. “Se nell’intervento di oggi pomeriggio il presidente del Consiglio Letta dirà cose che ci stanno a cuore, io alla fine non escludo checi sarà un atteggiamento che non è un voto contrario”, ha chiarito Roberto Maroni. “Questo significa non votare contro, dare un’apertura di credito al governo”. Il presidente della Regione Lombardia aggiunge poi di non voler essere “ostile al governo. Non mi interessa -sostiene- un atteggiamento di ostilità, ma di leale collaborazione senza essere vincolato nelle scelte”.

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