MILANO. E una sospensione non necessaria e la pronuncia della Corte costituzionale non è decisiva.
Queste le considerazioni con cui i giudici della Corte dappello di Milano hanno respinto la richiesta di sospensione del processo Mediaset che vede imputato Silvio Berlusconi, disponendo disposto il procedersi oltre. Ciò nonostante lattesa del parere della Consulta sul conflitto di attribuzione.
Accolta, quindi, la tesi del pg Laura Bertolè Viale che, opponendosi allistanza presentata dai legali dellex premier, aveva spiegato che se la Consulta riterrà fondato il conflitto annullerà solo alcune parti del processo che verranno poi sanate in sede di giudizio davanti alla Cassazione.
Lavvocato difensore del leader del Pdl, Piero Longo, nel chiedere la sospensione, aveva riferito che la Consulta, dopo aver trattato la vicenda in unudienza pubblica lo scorso 23 aprile, è in riserva e che la decisione sarà depositata entro giugno, sottolineando che, qualora la Consulta dovesse ritenere fondato il conflitto, il lavoro dei giudici milanesi sarebbe inutile. Da qui la richiesta di fermare, ancora una volta, il dibattimento, già bloccato in precedenza per via delle elezioni politiche di aprile, in attesa della decisione della Cassazione.
Ad intervenire nella vicenda, mercoledì mattina, a Radio Città Futura, il deputato del Pdl Francesco Paolo Sisto, neo presidente della commissione Affari Costituzionali, per il quale indubbiamente lo scorrere dei processi può essere un problema perchéBerlusconiè un leader vero e politico, e cè dunque il sospetto che si possa fare campagna elettorale a mezzo di botte giudiziarie. Ricordando la manifestazione del Pdl al Tribunale di Milano, Sisto ammette che fu un po plateale anche se per il deputato bisogna riconoscere lesistenza di un problema e di evitare che almeno per il futuro vi sia uno scambio tra lotta politica e querelle giudiziaria.