Molestie sessuali, papa Francesco spedisce in esilio O’Brien

di Mena Grimaldi

 ROMA. Esilio e penitenza. E’ questa la “punizione” inflitta da papa Francesco all’arcivescovo Keith O’Brien, già guida della chiesa scozzese, accusato lo scorso febbraio di “comportamento inappropriato” nei confronti di alcuni seminaristi.

Episodi risalenti a 30 anni, l’ultimo nel 1980. “Per alcuni mesi di rinnovamento spirituale, preghiera e penitenza”. Il suo futuro è incerto, giacché “ogni decisione circa la destinazione futura del cardinale sarà da concordare con la Santa Sede”.

Si legge nella nota ufficiale diffusa dalla sala stampa della Santa Sede. Già papa Ratzinger lo aveva indotto a non partecipare al conclave dove poi è stato eletto Bergoglio.

Il cardinale scozzese si era anche dimesso da arcivescovo di Edimburgo, ma le sue scuse erano state definite ‘deboli’ da David Clohessy, presidente dello Snap, la associazione che raccoglie alcune vittime di abusi sessuali del clero.

“Mi scuso con coloro che ho offeso”, aveva detto il 25 febbraio O’Brien comunicando la propria decisione, rinuncio al conclave perché “non voglio che l’attenzione dei media a Roma si concentrino su di me”.

Il collegio cardinalizio, riunito in Vaticano nei giorni precedenti il conclave, aveva accettato la rinuncia di O’Brien a prendervi parte, per ‘motivi personali’.

O’Brian ammise le sue responsabilità parlando di una “condotta sessuale al di sotto degli standard” richiesti per un sacerdote.

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