ROMA. Tensione tra Pdl e Pd dopo le dichiarazioni del capogruppo al Senato dei democratici, Luigi Zanda rilasciate al quotidiano Avvenire.
Zanda sostiene l’ineleggibilità del Cavaliere in quanto concessionario e ribadisce il no del suo partito alla nomina a senatore a vita del Cavaliere.
Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile.Ed è ridicolo che l’ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui,ribadisce il capogruppo Pd. In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro.
Poi sul tema delle riforme sottolinea che le intercettazionivanno certamente mantenute in quanto strumento essenziale per le indagini e che una modifica della legge che oggi le regolamenta non fa parte del programma di governo. Quel che va sanzionato, aggiunge, è la loro diffusione impropria.
Inoltre, prosegue, i membri del governo non devono scendere in piazza contro la magistratura dimenticandosi della divisione dei poteri. Ma anche la magistratura deve avviare una riflessione profonda. Immediata la replica del Pdl. Così governo a rischio.
Le dichiarazioni del senatore Zanda sono gravi e stupefacenti,non solo nel merito, ma anche perchè confermano che da parte del Pd, per bocca del presidente del gruppo senatoriale, non vi è la volontà di perseguire una pacificazione bensì di alimentare ulteriormente uno scontro politico acceso fino a limiti finora mai superati, nel mentre dovremmo collaborare intensamente e con reciproco rispetto per sostenere un governo nel pieno di una drammatica crisi economica.
Così il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. Ma Zanda replica. Oggi si è sollevato un polverone inutile, dice il democratico. Sull’eleggibilità di Berlusconi – spiega Zanda – da dieci anni ho una posizione personale, la esprimo da molto tempo prima di essere eletto capogruppo e non sarebbe serio cambiarla ora.
E ancora: E una posizione che nulla ha a che vedere con la tenuta del governo Letta. Il capogruppo Pd al Senato ricorda che non faccio parte della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato e, quindi, non voterò sull’ineleggibilità di Berlusconi. Ne’ mi sfuggono – osserva – i precedenti della Camera che ha già votato varie volte sull’eleggibilità di Berlusconi, con un’interpretazione opposta alla mia.