GENOVA. Pugni chiusi, applausi e il canto di Bella Ciao hanno accolto l’uscita del feretro di don Andrea Gallo dalla chiesa genovese del Carmine, sabato mattina, …
… al termine di una cerimonia funebre in cui l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, mentre pronunciava l’omelia è stato interrotto dai presenti con grida, applausi, e canto di Bella Ciao.
Nella chiesa affollata partecipavano alla cerimonia, oltre a esponenti politici locali, tra cui il sindaco Marco Doria e il presidente della Regione, Claudio Burlando, personaggi del mondo sindacale e politico, dello sport, dello spettacolo, tra cui Paolo Ferrero, Maurizio Landini, Alba Parietti, Bruno Gasperini, Davide Ballardini, Paolo Luca Casarini, Wladimir Luxuria.
Don Andrea Gallo “svolse il suo ministero sacerdotale con lo sguardo ed il cuore attratti da coloro che portavano più evidenti le ferite del corpo e della vita, quelle dell’anima. Come il samaritano del Vangelo e come missione di ogni sacerdote ha cercato di lenire i dolori di chi incontrava con l’olio della consolazione ed il vino della fiducia ridonando speranza per guardare al domani” ha detto nella sua omelia l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco.
L’arcivescovo Bagnasco, è stato costretto a interrompere la sua omelia: mentre in chiesa ricordava “l’attenzione agli ultimi” di don Gallo, dall’esterno della chiesa si è levato il canto di “Bella ciao”, che ha coinvolto anche i presenti in chiesa che si sono messi ad applaudire. È intervenuta la segretaria di don Andrea, signora Lilli, per farli smettere: “Così mancate di rispetto allo stesso Gallo. Lui ha sempre creduto nella Chiesa”. Bagnasco ha ripreso.
La signora Lilli, segretaria di don Gallo, chiedendo scusa al cardinale, è intervenuta sull’altare, ha preso il microfono e, per fare interrompere gli applausi in chiesa che impedivano a Bagnasco di parlare, ha detto: “Ragazzi. Ragazzi! Voi così non rispettate la memoria e l’insegnamento del Gallo. Lui credeva nella Chiesa, ne aveva un rispetto profondo, ed era convinto che per vivere la Chiesa ha bisogno della testa e del cuore”.
Poi, rivolgendosi al cardinale, ha aggiunto: “Scusi se mi sono permessa”. Da Bagnasco un gesto di accoglienza. In chiesa è tornato il silenzio. Il cardinale ha ripreso la parola. È quindi intervenuta, nelle letture, Vladimir Luxuria. Visibilmente commossa ha letto: “Grazie per averci fatto sentire figlie di Dio”. Anche le sue parole sono state accolte con un applauso.
Don Andrea Gallo “svolse il suo ministero sacerdotale con lo sguardo ed il cuore attratti da coloro che portavano più evidenti le ferite del corpo e della vita, quelle dell’anima. Come il samaritano del Vangelo e come missione di ogni sacerdote ha cercato di lenire i dolori di chi incontrava con l’olio della consolazione ed il vino della fiducia ridonando speranza per guardare al domani”: così l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco.
Dopo aver ricordato brevemente la vita di don Andrea, il cardinale Bagnasco, ha ripercorso le tappe che portarono don Gallo alla fondazione della comunità di San Benedetto al Porto. “Cominciò quasi alla spicciolata – ha detto il cardinale – aprendo la porta a chi bussava e cercava calore. La comunità, da iniziale ricovero, diventò abbraccio fecondo di chi si sentiva o appariva ai margini, forse senza nome”. “Don Andrea – ha continuato l’arcivescovo di Genova – sapeva che la sua era una risposta a coloro che per motivi diversi sono percossi dalla vita. Una risposta alle tante malattie che tolgono la luce ma non la voglia di cercare o di attendere un sorriso e una carezza. Sapeva che era la sua risposta e non pretendeva che fosse di tutti, perché la fantasia del bene è grande ed è percorsa con generoso sacrificio da molti”.
Don Luigi Ciotti ha ricordato nella chiesa del Carmine la morte di Carlo Giuliani. “Don Andrea ha pianto per lui. Così come si è indignato davanti alla base americana di Vicenza: ma cosa ce ne facciamo di quelle cose lì quando non abbiamo i soldi per i servizi sociali?”. Applausi scroscianti nella chiesa del Carmine per lui. “Ciao Andrea, non siamo con te – ha concluso il fondatore di Libera – . E che la tua comunità continui la tua opera”.
Al corteo funebre, aperto da alcuni dei preti che hanno concelebrato le esequie, erano presenti tra gli altri rappresentanti di gruppi no tav, alcuni sindaci della Val di Susa, il segretario della Fiom Cgil Maurizio Landini, Dori Ghezzi, Alba Parietti, Shel Shapiro.
Con la scomparsa di don Andrea Gallo, Dori Ghezzi ha perso “un punto cardinale”. Così la compagna di Fabrizio De Andrè e amica da sempre del prete genovese ha ricordato don Gallo arrivando da sola alla camera ardente della comunità di San Benedetto al Porto per i funerali. “Temo che ora dovrò tornare a navigare a vista” ha aggiunto Dori Ghezzi.
Una associazione della Val Brembana, giunta in pullman, ha affisso fuori della chiesa questo striscione: “Ciao Gallo, siamo rimasti orfani, ma continueremo a camminare con te”. Tra i primi ad arrivare il segretario della Fiom, Maurizio landini, e Moni Ovadia, al quale spetta il compito dell’orazione funebre. “Io sono ebreo e agnostico – ha commentato – ma sono convinto che don Gallo risorgerà. Ho attraversato a braccetto con lui una buona parte della mia vita e posso dire lui incarnava il vero spirito dell’accoglienza”.