AVERSA. Come direbbe il buon Lubrano: La domanda nasce spontanea. I personaggi che ogni giorno distruggono tutto quello che incontrano sulla loro strada sono vandali o semplici imbecilli? Risposta: tutte e due le cose.
Ma che senso ha distruggere, in unorgia danimalesca e incontrollabile furia: i cestini della carta, i dissuasori al parcheggio delle auto, i cartelli stradali, le fioriere, le panchine, gli armadietti di ferro dellEnel o della Telecom, i citofoni, le cassette della posta, le piante, le fontane ecc. Per questi emeriti cretini che ogni sera incendiano anche le piramidi dimmondizia, cosa rappresenta larredo urbano? Forse è un sistema per sfogare la loro rabbia repressa, un modo di tenersi in allenamento o la palestra dove formarsi nellattesa di visitare, speriamo il più presto possibile, le patrie galere? Quale deserto deve esserci nel cranio di una persona per indurlo a distruggere il posto dove vive? Comè possibile che una città sia lasciata in balia di questi decerebrati? Comè possibile che nessuno di questi sciagurati sia colto con le mani nel sacco? Ancora una volta bisogna prendere atto che è necessario unintensificazione delle azioni di controllo del territorio da parte delle forze dellordine, anche se, in questo, come in altri casi, il problema è più di natura culturale che dordine pubblico. La cultura della violenza gratuita e dellautodistruzione è divenuta patrimonio di larghe fasce di popolazione giovanile. Del resto con gli esempi nefasti che giungono dalle istituzioni, dove si sputano addosso e lanciano oggetti contundenti contro, prendendosi a calci in culo, come degli hooligans ubriachi e fatti di cocaina, persino i Senatori della Repubblica, forse è il caso di dirci fortunati a ritrovarci solo con i cestini della carta, le fioriere e le fontane rotte.